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Daniele Nardi, alpinista disperso sul Nanga Parbat: partiti i soccorsi

L'elicottero non poteva decollare a causa delle tensioni tra India e Pakistan, che avevano determinato la chiusura dello spazio aereo. Tra i soccorritori dell'alpinista anche il suo "miglior nemico"

Daniele Nardi, alpinista disperso sul Nanga Parbat: partiti i soccorsi

Da domenica non dà più sue notizie. L'alpinista laziale Daniele Nardi risulta disperso in Pakistan, insieme al compagno inglese Tom Ballard. Stavano scalando il Nanga Parbat, la nona montagna più alta del mondo, quando a quota 6mila metri si sono persi i contatti: nessuno li ha più sentiti, né col telefono satellitare, né con le radio. Nell'ultima chiamata parlavano di un tempo non buono, con nebbia e vento.

L'aereo delle ricerche però non poteva decollare a causa delle tensioni politiche tra India e Pakistan, che avevano chiuso lo spazio aereo. La compagnia della spedizione ha allora contattato la società Askari, che ha la concessione governativa per l'uso di elicotteri per il soccorso civile in Pakistan, chiedendo l'autorizzazione al decollo. Nel frattempo, dal campo base, i compagni dei due alpinisti hanno osservato continuamente la parete, senza però individuare alcun movimento. Questa mattina, l'elicottero del soccorso è decollato, per effettuare le ricerche in alta quota.

Tra i soccorritori c'è anche l'alpinista Ali Sadpara, il "miglior nemico" di Daniele Nardi, col quale litigò nel 2016: Daniele era sua compagno di salita, mentre scalavano proprio il Nanga Parbat ma, dopo una discussione in quota, abbandonò la spedizione, secondo quanto riporta Tgcom24.

Il Nanga Parbat è stato ribattezzato la "montagna assasina", per il gran numero di alpinisti morti durante la scalata, ma Nardi voleva tentare un'impresa ancora più difficile e mai riuscita: scalare il monte seguendo un percorso finora inviolato, che porta a superare lo sperone Mummery, una parete verticale ghiacciata.

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