Le nuove tecnologie digitali per l’agricoltura 4.0 di precisione sono uno strumento strategico per ripartire rispetto ad una emergenza, quella del Covid-19, che ha imposto un cambiamento radicale del modello economico globalizzato, evidenziando ancora una volta la centralità del cibo e, con essa, la necessità di difendere la sovranità alimentare del nostro Paese.
In gioco c’è una realtà, l’agroalimentare Made in Italy, che vale oltre 538 miliardi di euro, il 25% del Pil del Paese e offre lavoro a 3,7 milioni di persone dal campo alla tavola, passando per industria, distribuzione e ristorazione. Dal modo di rapportarsi con i consumatori alla sostenibilità ambientale, economica e sociale nel nuovo scenario post emergenza, l’innovazione sarà uno strumento imprescindibile per accelerare la transizione digitale della filiera, promuovendo la distintività e l’identità dei nostri prodotti e dei nostri territori con le giuste figure professionali all’interno delle aziende.
L'importanza dell'agricoltura 4.0
Se siamo primi nel mondo nel cibo dobbiamo essere primi nel mondo anche nelle tecnologie che lo supportano. L’agricoltura 4.0 di precisione rappresenta dunque il futuro dei campi ed entro due anni mira a coinvolgere il 10% della superficie coltivata in Italia con lo sviluppo di applicazioni sempre più adatte alle produzioni nazionali su diversi fronti: dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla minimizzazione degli impatti ambientali con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e del consumo di carburanti.
Con una crescita del 22% in un anno, gli investimenti in nuove tecnologie nel settore agricolo si concentrano in particolare sui sistemi di monitoraggio e controllo delle produzioni (49%), sulle attrezzature e soware gestionali (34%) e sulle tecnologie di mappatura delle superfici e la raccolta di dati per il supporto alle decisioni (14%). Un’evoluzione del lavoro nei campi che sul "Portale del Socio della Coldiretti" ha portato alla creazione di Demetra il primo sistema integrato per la gestione on line dell’azienda agricola con lettura in tempo reale dello stato di salute delle coltivazioni, dati su previsioni meteo e temperature, fertilità dei terreni e stress idrico.
Una novità per una gestione efficiente e sostenibile delle colture e affrontare le nuove sfide dei cambiamenti climatici. Alle innovazioni nel lavoro agricolo si aggiungono poi le opportunità offerte dalla blockchain sul fronte della tracciabilità degli alimenti, dove peraltro è importante il nuovo atteggiamento di un’Unione Europea che nella strategia Farm to Fork (dalla fattoria alla forchetta, ndr) ha aperto all’obbligo dell’etichettatura d’origine per Stato membro. La tecnologia rappresenta dunque una sfida chiave per il settore ed è proprio in tale ottica che Coldiretti, assieme a Filiera Italia e Bonifiche Ferraresi, ha lanciato il Manifesto dell’agricoltura 4.0, primo piano nazionale del cyber food con obiettivi chiari e definiti riassunti in 6 punti, con il coinvolgimento di importanti realtà a livello nazionale, a partire dal Gruppo Leonardo.
Gli obiettivi chiave
Il primo è accelerare la transizione digitale premiando l’adozione di tecnologie di agricoltura e zootecnia di precisione con progetti in grado di preservare le caratteristiche uniche del nostro territorio. Occorre poi fornire agli agricoltori supporto alle decisioni agronomiche in tempo reale e creare nel consumatore la consapevolezza e la cultura sulla provenienza dei prodotti e delle loro caratteristiche, garantendo sicurezza, salubrità e qualità attraverso l’adozione di tecnologie digitali per la tracciabilità dei prodotti.
Altro punto chiave è incentivare modelli economici innovativi che prevedano una più equa distribuzione del valore lungo la catena di approvvigionamento. Serve poi sostenere lo sviluppo di canali di vendita digitali per le filiere corte nazionali e, infine, sviluppare brevetti basati su tecnologie che abbiano uno standard tecnologico "made in Italy" a servizio della filiera agroalimentare italiana per migliorarne efficienza ed efficacia, tanto sul mercato interno quanto su quello estero, dove il cibo tricolore è sempre più richiesto anche nei mercati che sino a qualche tempo fa erano preclusi.
Basti pensare alle importanti aperture giunte da Pechino verso l’agroalimentare tricolore e un riequilibrio della bilancia commerciale. Se infatti è stato rimosso nel 2016 il bando sulle carni suine italiane e nel 2018 le frontiere si sono aperte per l’erba medica italiana, ora è in corso il negoziato per le pere, in attesa di far partire quello per le mele. Un passo avanti che aumenterebbe la disponibilità di frutta fresca italiana sui mercati asiatici, che al momento vedono la presenza dei soli agrumi e kiwi.
Ma è importante anche la recente firma dei due protocolli d’intesa che aprono il mercato cinese all’esportazione di carne bovina e riso italiani. È chiaro però che per cogliere appieno le opportunità offerte dall’agricoltura 4.
0 con l’utilizzo dei Big Data Analytics e del cosiddetto “Internet delle cose” occorre che la fibra e tutti i servizi telematici cessino di essere uno slogan e siano portati nelle aree rurali nell’arco di qualche mese, per essere messi a disposizione degli imprenditori agricoli, i quali non vogliono continuare a subire il pesante "digital divide" che esiste tra città e campagna.L’autore è il Presidente della Confederazione Nazionale Coldiretti
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