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"700 mila euro all'anno da Bill Gates". Bufera su Der Spiegel

La celebre rivista tedesca riceverà più di 700mila euro all'anno, fino al 2025, dalla fondazione filantropica di Bill e Melinda Gates. "La scelta dei contenuti spetta a noi, nessuna ingerenza"

"700 mila euro all'anno da Bill Gates". Bufera su Der Spiegel

La Bill & Melinda Gates Foundation, la fondazione filantropica del magnate Bill Gates e di sua moglie Melinda, ha finanziato un progetto del settimanale Der Spiegel, sollevando non pochi dubbi sull'autonomia della celebre rivista tedesca. Come ammette la stessa testata, cercando di fare un po' di chiarezza sui fondi stanziati dal fondatore del Microsoft, la Bill & Melinda Gates Foundation ha sostenuto il progetto Globale Gesellschaft dal 2019 al 2021 per un totale di circa 2,3 milioni di euro, ovvero 760.000 euro all'anno. Poco prima della fine del primo periodo di finanziamento, il progetto è stato prorogato alle stesse condizioni, fino alla primavera del 2025. "Abbiamo reso tutto questo trasparente fin dall'inizio, dal lancio ufficiale nell'aprile 2019", spiega la testata tedesca. Con i soldi della Gates Foundation, Der Spiegel finanzia reportage da Asia, Africa, America Latina ed Europa. In questo modo, osserva Der Spiegel, "stiamo ampliando la nostra rendicontazione sui temi che abbiamo scelto noi stessi. In termini concreti, ciò significa che pubblichiamo da cinque a sette articoli, con tanto di foto o video a settimana, la maggior parte dei quali è stata oggetto di ricerche approfondite in loco. Il finanziamento della Gates Foundation è legato al progetto Global Society".

"Non è una donazione, rimaniamo indipendenti"

Secondo Der Spiegel, quella della Bill & Melinda Gates Foundation non è una donazione, ma il finanziamento di un progetto rispetto al quale la redazione ha il pieno controllo. "No. Non è una donazione" sottolinea la rivista. "La differenza è che ci sono finanziamenti per un progetto concreto, concordato da entrambe le parti. Possono essere utilizzate solo per le spese e i costi effettivamente sostenuti in questo progetto, ad esempio per costi del personale, onorari, viaggi, fotografi, traduttori". Nel 2020 il Gruppo Der Spiegel, che conta circa 1.400 dipendenti, ha raggiunto un fatturato di 256,4 milioni di euro. Secondo la redazione, la fondazione non avrebbe nulla a che fare con la scelta dei contenuti, che spettano solo alla redazione, senza ingerenze: "Sì. Il contenuto editoriale del progetto Global Society è creato senza alcuna influenza da parte della fondazione, e questo è anche contrattualmente previsto. Inoltre, la fondazione non può influenzare il contenuto editoriale di Der Spiegel. Questo vale per la Gates Foundation così come per i nostri clienti pubblicitari, che non hanno alcuna influenza sui nostri rapporti" si legge sul sito della fondazione. Ma è davvero così? I dubbi rimangono.

Indipendenza giornalistica a rischio?

Nonostante le belle parole e la a buona volontà, con una donazione così ingente - seppur confinata, ufficialmente, a un progetto specifico - l'indipendenza giornalistica della testata non è a rischio? Che cosa accadrebbe se uscissero notizie imbarazzanti sulla Gates Foundation e sul suo fondatore? Davvero la testata tedesca riuscirebbe a mantenere la sua indipendenza, senza condizionamenti di sorta? Difficile. Der Spiegel, sottolinea la rivista, "ha sempre riferito in modo critico e indipendente sulle attività della Gates Foundation. Lo stesso vale per Bill e Melinda Gates e i loro investimenti personali. Continueremo a farlo. La cooperazione non pregiudica in alcun momento la ricerca critica, investigativa e l'indipendenza giornalistica di Der Spiegel". È anche vero che il settimanale tedesco non è certo l'unico a ricevere finanziamenti dalla fondazione. Altre illustri testate come The Guardian ed El País hanno messo in campo dei progetti simili. Ma questa, certamente, non può essere una giustificazione: volenti o nolenti le fondazioni stanziano fondi proprio per influenzare l'opinione pubblica e i media sui temi a cui più tengono. Il fine, dunque, è sempre politico.

E l'ingerenze c'è, e non può essere altrimenti.

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