Guerra in Ucraina

Dalla diossina al nervino: quei veleni usati contro i nemici

La tradizione dei russi di fare fuori i nemici con varie tipologie di veleni a seconda della circostanza, ha origini che risalgono almeno al 1920: ecco alcune vittime eccellenti del Kgb e Putin

Dalla diossina al nervino: quei veleni usati contro i nemici

Gli ultimi bersagli, in ordine di tempo, sono stati Abramovich e i negoziatori ucraini che avrebbero accusato gli effetti di un avvelenamento dopo un incontro avvenuto a Kiev all'inizio di questo mese: occhi rossi, lacrimazione costante e dolorosa e desquamazione della pelle di mani e volto. Sicuramente non era Covid e neanche un'intossicazione alimentare. Ma del "killer silenzioso", ossia i veleni con cui vengono eliminati i nemici, ne è piena la storia.

La "tradizione" russa

Non lascia tracce come farebbe una pistola o un attentato, i servizi segreti hanno spesso utilizzato diversi veleni per togliere di mezzo i nemici. Da questo punto di vista la Russia ha fatto scuola, visto che già un secolo fa l'Urss aveva creato il Dipartimento 12, meglio conosciuto come "Kamera", con questa missione il cui testimone è successivamente passato nelle mani del Kgb. Corsi e ricorsi storici, intorno al 1950 alcuni nazionalisti ucraini di estrema destra furono fatti fuori da Mosca in questo modo. Per arrivare ai giorni nostri, come dimenticare l'avvelenamento da diossina del leader ucraino Viktor Yushchenko, sopravvissuto per miracolo nel 2004 nonostante le analisi avessero dimostrato una concentrazione mille volte superiore al normale di quel veleno nel suo sangue. Sorte diversa toccò invece all'ex agente de Kgb, Aleksandr Litvinenko, che fu fatto fuori con un tè al polonio radioattivo nel 2016 a Londra: il mandante fu lo zar russo in persona.

Gli effetti del gas nervino

Nel 2018, sempre in Gran Bretagna, un altro ex agente del Kgb viene ritrovato incosciente insieme alla figlia su una panchina di Salisbury: Sergey e Yulia Skripal vengono ricoverati per avvelenamento, un tentativo di omicidio con il gas nervino Novichok. Sopravvissero entrambi ma, qualche mese dopo, una donna trovò in un parco la fiala del veleno abbandonata, e morì. Come per le armi comuni, esistono gli effetti collaterali, dipende da circostanze e capacità del killer: c'è il rischio di contaminare innocenti o testimoni. Due dei presunti colpevoli finiranno poi in un'indagine aperta in Bulgaria per il tentato omicidio - nel 2015 - di un mercante d'armi. Prima ancora, in piena Guerra fredda, gli 007 bulgari liquidarono l'esule Georgi Markov con una micro-pallina alla ricina sparata da un ombrello modificato in una via di Londra.

Il caso Navalny

Non ha mai avuto pace Aleksej Navalny, che adesso dovrà scontare 9 anni di carcere per "frode e insulti a un giudice". Sorvolando su questa accusa, ha rischiato di lasciarci la pelle nel 2020 in Siberia quando fu avvelenato dal gas nervino che avrebbe dovuto ucciderlo ma si salvò grazie al soccorso di un'eliambulanza tedesca che lo portò a Berlino. Come ricorda il Corriere, la sostanza tossica gli era stata nascosta nelle mutande tant'é che, una volta ripresosi, soprannominò Putin proprio come "l'avvelenatore di mutande". Secondo il giornalista investigativo Andrei Soldatov, questo è uno dei metodi privilegiati da russi per la lenta agonia con cui viene eliminato il nemico incutendo molto timore negli avversari. Non solo, ma si può sostenere la tesi che a uccidere il bersaglio siano stati malattie, droghe o cibi scaduti perché è un tipo di sostanza che può nascondersi facilmente dietro altre patologie dirottando in questo modo la responsabilità su altri colpevoli.

"La pozione di Dio"

L'agenzia di intelligence nazionale di Israele ha definito questo metodo con il nome a effetto della "pozione di Dio", per il fatto di non lasciare traccia. Sempre con questo metodo fu stato ucciso nel 2010 un alto dirigente di Hamas impegnato nell'approvvigionamento di armi. Il sistema, comunque, ha fatto scuola visto che la Corea del Nord aveva pianificato di uccidere con il gas nervino il fratellastro di Kim Jong-un, perché sospettato di parlare con la Cia.

La storia centenaria dei veleni, nonostante l'età, è viva e vegeta e si perpetra nel tempo.

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