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Disinformazione e fake news: come si plasma la percezione degli utenti

Nel contesto virtuale le informazioni non verificate ma ritenute veritiere dagli utenti influenzano la percezione e la comprensione generale degli eventi

Disinformazione e fake news: come si plasma la percezione degli utenti

I progressi nel campo tecnologico hanno cambiato il modo in cui gli individui apprendono. Le piattaforme digitali hanno dato vita a nuove forme di comunicazione per una portata globale fino a pochi anni fa neppure immaginata. Allo stesso modo, disinformazione e fake news possono influenzare il modo in cui gli individui interpretano gli sviluppi quotidiani. Quando da sporadiche e disordinate queste attività si trasformano in organizzate e sistematiche, diventano vere campagne di disinformazione potenzialmente in grado di sconvolgere governance di interi paesi. Il potenziale per diffondere rapidamente le informazioni attraverso una vasta comunità di utenti è una delle caratteristiche più preziose delle piattaforme social. Nell’ambiente virtuale chiunque può pubblicare notizie, pensieri ed esperienze personali: ciò amplia la portata e la diversità delle informazioni, spesso rilasciate in modo frammentario e raramente verificate. Parafrasando il teorico prussiano Carl von Clausewitz si potrebbe affermare che la tecnologia moderna ha cambiato la grammatica della guerra dell'informazione, anche se la logica rimane la stessa.

Uno schema di apprendimento moderno

L’essere umano crea modelli mentali e formula idee in base alla sua percezione della realtà. Attraverso le interazioni nell’ambiente virtuale (social network) le idee si perfezionano. In quello stesso ambiente artificiale gli individui interagiscono, condividono idee e convinzioni senza instaurare un reale senso di fiducia per la qualità delle informazioni scambiate. La tecnologia moderna ci impone di elaborare flussi continui di informazioni spesso progettati per influenzare il modo in cui pensiamo. Per i contenuti digitali, più post sono condivisi o apprezzati, maggiore sarà il traffico generato. Attraverso questi mezzi diventa relativamente facile diffondere informazioni false su Internet mentre la percezione e la capacità di discernimento degli utenti sarà costantemente plasmata.

Ad esempio quando il post sorgente viene immesso da una persona con un feedback positivo o da una struttura ritenuta affidabile, l’informazione tenderà ad sarà ritenuta veritiera dagli utenti senza alcun tipo di conferma. La comunità tenderà ad amplificare quell’informazione, emarginando o attaccando coloro che screditano il creatore ed il contenuto del post sorgente. La persistenza e la condivisione garantiranno una certa resilienza. Da rilevare che in alcuni contesti i troll (classici ed ibridi) e bot non seguono tanto gli script quanto i temi che producono contenuti, eventi, post di blog e commenti di chat. Attraverso parole chiave e interazioni designate, possono amplificare la loro portata e influenzare le conversazioni nazionali o globali, in particolare facendo cassa di risonanza con gruppi affini. Si crea quindi un contesto estemporaneo in un processo di sperimentazione senza fine. L'informazione, divenuta virale, acquisirà maggiore credibilità nel breve/medio termine. Moltiplicatori verbali sfruttati nelle primissime fasi della condivisione emotiva del primo dato, creeranno una immediata frangia resiliente di sostenitori. Questi sono soltanto alcuni esempi di come la tecnologia offra un accesso senza precedenti a persone ed informazioni, creando anche delle vulnerabilità. Lo sviluppo di tecniche basate sull'informazione non richiede risorse finanziarie considerevoli o sponsorizzazioni statali. L'esperienza dei sistemi di informazione e l'accesso alla rete potrebbero essere gli unici prerequisiti.

Plasmare la percezione

La maggior parte dei civili non è preparata psicologicamente ad operare in un clima di guerra delle informazioni

Il costante ed immediato flusso di informazioni (verificate e non) tende ad annullare la capacità di analisi critica dell’utente a vantaggio del giudizio aggregato. Nel contesto virtuale, le informazioni non verificate ma ritenute veritiere dagli utenti influenzano la percezione e la comprensione generale degli eventi (tendenzialmente la comunità social propende per le voci la cui veridicità deve ancora essere dimostata). La condivisione alimenterà l'onda d'urto che non prevede il confronto nel breve termine. La disinformazione è prevista anche per le persone che preferiscono analisi approfondite con fonti apparentemente accurate che sottolineano la credibilità del testo. I riferimenti, tuttavia, di solito rimandano ad altri siti di disinformazione. Disinformazione e fake news sono quindi progettate per manipolare i sentimenti del destinatario. Ad esempio i messaggi concepiti per colpire una precisa fascia di età (ad esempio i più giovani) saranno visivamente strutturati con video, meme e caricature.

Questi solo soltanto alcuni esempi di come le convinzioni degli utenti sulla rete possono diventare certezze in base ad un pregiudizio. I servizi segreti utilizzano delle particolari tecniche per istruire i propri analisti nel resistere a quello che viene chiamato pregiudizio di conferma: pensare in modo indipendente valutando le informazioni con distacco. Tutte le informazioni sulla rete sembrano legittime, ma quante sono state analizzate con distacco razionale? Presto la tecnologia permetterà a chiunque di immettere sulla rete informazioni di altissimo livello ecco perchè sarebbe opportuno fornire ai cittadini delle tecniche analitiche a supporto di un pensiero critico.

L'opinione pubblica dovrebbe essere istruita con opportuni modeli attraverso i quali scremare le informazioni.

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