RomaSono quasi mille le persone uccise dal virus Ebola in Africa occidentale e l'Organizzazione mondiale della sanità, Oms, ha deciso di dichiarare lo «stato di emergenza internazionale per la salute pubblica». Una dichiarazione alla quale però per il momento fanno seguito più che atti concreti soltanto raccomandazioni e rassicurazioni. In sostanza l'Oms riconosce che si tratta «della peggiore epidemia degli ultimi 40 anni» e che ci sono forti possibilità di «ulteriore diffusione del virus» anche in altri paesi. Però non ritiene necessario imporre «restrizioni internazionali ai viaggi». Viene richiesto a tutti i paesi dove l'epidemia è presente di eseguire «i test sui passeggeri in uscita nei porti e negli aeroporti». Ai paesi non contagiati si chiede di elevare al massimo l'allerta e di tenersi pronti ad eventuali arrivi di contagiati in modo da identificare in tempi ristretti l'eventuale presenza del virus letale che sta facendo strage in particolare in Sierra Leone, dove sono state poste restrizioni alla libera circolazione.
Allo stesso tempo il vicesegretario dell'Oms, Keji Fukuda, ha sottolineato che Ebola «non è una malattia misteriosa» e che dunque può essere fermata.Certamente non con «bagni di acqua e sale» , una credenza che si starebbe diffondendo nei paesi africani contagiati e che l'Oms ha ritenuto di dover smentire in un tweet.
Di fronte alla diffusione del virus si deve pure registrare una reazione diversa da parte degli Usa rispetto all'Europa. Washington già due giorni fa ha definito «inevitabile» la diffusione del virus anche negli Usa perchè è «inevitabile che arrivino viaggiatori dai Paesi colpiti dall'Ebola» con i sintomi non ancora riconoscibili. Il dipartimento di Stato ha anche invitato tutti i suoi concittadini a non recarsi in Liberia, paese coinvolto nell'epidemia.
Invece il commissario europeo per la salute, Tonio Borg, ritiene che il rischio contagio di Ebola in Europa «sia estremamente basso». E comunque gli standard sanitari Ue sono tali da poter affrontare anche una eventuale diffusione del virus impedendo che si trasformi in una epidemia. Intanto la Ue ha stanziato altri 8 milioni di euro per fronteggiare l'emergenza nei paesi colpiti e si prepara ad inviare in Sierra Leone un laboratorio mobile attrezzato per le cure del virus che partirà nei prossimi giorni proprio dall'Italia.
Le rassicurazioni dell'Oms però non bastano. Le associazioni impegnate nei territori colpiti come Medici senza frontiere e Save the Children chiedono di fare molto di più. Il virus non si ferma con le dichiarazioni dice Bart Janssens, direttore delle operazioni di Msf, che giudica la risposta dell'Oms «troppo lenta».
Anche in Italia la preoccupazione sale. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, chiede al governo di valutare la chiusura delle frontiere, mentre il senatore Fi, Maurizio Gasparri invoca uno stop all'operazione Mare Nostrum.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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