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Ecco chi è Kyrsten Sinema, la senatrice dem che ha affossato la riforma di Biden

Viene dall'Arizona e da una famiglia di umili origini la senatrice democratica che ha affossato la riforma voluta dal presidente Joe Biden sull'ostruzionismo

Ecco chi è Kyrsten Sinema, la senatrice dem che ha affossato la riforma di Biden

È una tenace donna dell'Arizona la senatrice democratica che, insieme a Joe Manchin - altro rappresentante dei democratici - ha affossato la riforma del suo partito volta a modificare in maniera unilaterlae i regolamenti del Senato federale Usa per indebolire gli strumenti di ostruzionismo ("filibuster") a disposizione dell'opposizione. Il suo nome è Kyrsten Sinema e viene dall'Arizona. Il suo "no" alla riforma voluta dal presidente Joe Biden in persona ha fatto infuriare i democratici. Come spiega il Guardian, ancora prima che il presidente degli Stati Uniti arrivasse a Capitol Hill giovedì pomeriggio per unirsi ai senatori democratici per il consueto pranzo di lavoro e tentare di convincere i senatori dissidenti, Sinema ha ribadito senza mezzi termini che non avrebbe sostenuto alcuna modifica alle regole sull'ostruzionismo, spiazzando il presidente stesso e battendolo sul tempo.

I due dissidenti spiazzano Biden

Subito dopo il senatore Joe Manchin del West Virginia ha elogiato Sinema e ha rilasciato una dichiarazione confermando che non avrebbe votato per cambiare le regole sull'ostruzionismo, de facto affossando la riforma voluta dai dem poiché erano necessari i voti di tutti i 50 senatori del partito per cambiare le regole del gioco. Il Presidente Joe Biden, chiaramente esasperato e sconsolato, ha chiuso la riunione con i senatori dem affermando: "Speriamo di farcela, ma non ne sono sicuro". Sinema ha giustificato la sua decisione spiegando che "dobbiamo affrontare la malattia stessa, la malattia della divisione, per proteggere la nostra democrazia, e non può essere raggiunta da un solo partito. Non può essere raggiunto esclusivamente dal governo federale. La risposta richiede qualcosa di più grande e, sì, più difficile di quello di cui discute oggi il Senato”.

Chi è Kyrsten Sinema, l'avvocato dell'Arizona che ha affossato la riforma di Biden

Kyrsten Sinema è nato a Tucson, Arizona, il 12 luglio 1976 da una famiglia di mormoni di origini più che umili. La sua famiglia, infatti, ha lottato per anni per sbarcare il lunario e per un po' di tempo è persino rimasta senza una casa fissa. Sul suo sito web ufficiale si legge che i Sinema sono riusciti a migliorare le loro condizioni di vita "grazie alla famiglia, alla chiesa e al duro lavoro". L'esperienza d'infanzia di Kyrsten le ha mostrato "il potere del duro lavoro e l'importanza di aiutare gli altri". Con l'aiuto di prestiti studenteschi, borse di studio accademiche e aiuti finanziari, Kyrsten Sinema è andata a studiare alla Brigham Young University e poi all'Arizona State University, dove ha insegnato dopo aver conseguito un master. Alle elezioni del 2018, ha sconfitto la repubblicana Martha McSally e l'indipendente Angela Green, diventando la prima donna eletta al Senato, in Arizona, dal 1995.

Prima donna bisessuale eletta al Congresso e al Senato

In precedenza, dal 2013 al 2018 ha ricoperto la carica di deputata, rappresentando il 9° distretto congressuale dell'Arizona. Era stata eletta per la prima volta nel 2005. Secondo Ballotpedia, Kyrsten Sinema è una delle voci più moderate all'interno del Partito democratico e secondo il National Journal è una liberal-conservatrice, tant'è che non di rado ha votato a favore delle riforme promosse da Donald Trump e dai repubblicani. Prima donna dichiaratamente bisessuale a essere eletta al Senato degli Stati Uniti, nel 2013 fu anche la prima donna bisessuale a essere eletta al Congresso: la sua elezione fu vista dalla sinistra identitaria come un trionfo, ma ora l'ala sinistra del partito la vede, al contrario, come "una centrista inaffidabile" e "una voltagabbana democratica egocentrica". Insomma, troppo moderata e centrista per la sinistra. A maggior ragione ora che ha fatto infurarie i democratici per il mancato voto sulla riforma sull'ostruzionismo.

Certo è che il suo nome, ancora una volta, fa la storia.

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