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Ecco i generali del terrore che guidano il jihad mondiale

La galassia islamica che spalleggia il Califfato è composta da tanti piccoli generali che hanno il compito di organizzare le forze islamiste nel mondo. Sostieni il reportage

Ecco i generali del terrore che guidano il jihad mondiale

Qual è la vera forza dell'Isis? Quali sono i gruppi jihadisti che la affiancano? Chi sono gli uomini che muovono le pedine del jihad mondiale? Se la Siria e l'Iraq sono di dominio di Abu Bakr al-Baghdadi, il Nord Africa sembra essere una realtà meno granitica, nelle mani di molti generali del terrore.

Primo fra tutti Tariq Al Harzi, meglio noto col nome di "Emiro dei Kamikaze". Nato nel 1982 in Tunisia, Al Harzi ha cominciato a muoversi tra le cellule del terrorismo salafita, spostandosi, come scrive La Stampa, "senza difficoltà fra più Stati" per approdare infine tra le fila dell'Isis. Nel 2013 Al Harzi è comparso per la prima volta "sui radar dell’anti-terrorismo come regista dell’arrivo in Siria e Iraq di centinaia di volontari tunisini destinati a Isis". Il ministero del Tesoro americano decide di monitorarlo con maggior attenzione, includendolo, come scrive La Stampa, "nella lista dei super-terroristi - colpendolo con sanzioni ad personam nel 2014 - perché è coinvolto nell’arrivo di circa 2 miliardi di dollari". Al Harzi ha creato una vera e propria rete di terroristi, capace di unire la galassia jihadista, dal Califfato a Al Qaeda in Maghreb, ancora fedele ad Ayman al Zawahiri, il successore di Osama bin Laden. E, soprattutto, con il gruppo somalo di Al Shaabab in Somalia.

Secondo le fonti dell'intelligence, l'"Emiro dei Kamikaze" si troverebbe ora in Libia, dove, come scrive La Stampa, "coordina l’arrivo di militanti - ancora una volta in gran parte tunisini - per rafforzare le cellule islamiche che operano in Cirenaica e Tripolitania, alcune delle quali hanno giurato fedeltà al Califfo. Al Harzi si sarebbe spostato, dall’area Siria-Iraq alla Cirenaica, seguendo il baricentro dei traffici illeciti, attirato ora dai facili proventi dei pozzi del petrolio libico. Proprio dalla nuova zona di operazioni in Tripolitania, l’«Emiro» sarebbe entrato in contatto con alcune brigate tunisine".

A Al Harzi è legato anche il gruppo terroristico di "Ansar al Sharia", letteralmente "i partigiani della legge islamica". Questo gruppo terroristico è nato in Libia a seguito della guerra civile e, in breve tempo si espanso fino in Tunisia, dove è retto da Abu Ayadh al-Tunisi. È stato proprio Abu Ayadh al-Tunisi a aver trasformato il gruppo terroristico, accentuando ancora di più i caratteri del jihad, e collegandolo al terrorismo internazionale. Legato negli anni '80 al Gruppo islamico armato (Gia) e a Al-Jama’a al-Islamiyyah al-Muqatilah bi-Libya, ovvero al Gruppo combattente libico, Abu Ayadh al-Tunisi fu la mente che organizzò nel 2012 l'insurrezione contro l'ambasciata americana in Tunisia.

Abdelhakim Belhadj, presunto leader del Califfato in Libia (nonostante lui abbia smentito più volte questa voce). Belhadj, come scrive l'Espresso, "ha avuto rapporti con i governi occidentali nella gestione del dopo Gheddafi. Ha ricoperto il ruolo di governatore militare nel comitato nazionale di transizione dopo la liquefazione della Libia, ha fondato un suo partito e dispone di un esercito". Belhadj ha avuto un ruolo fondamentale nella ricomposizione della Libia post Gheddafi ed "è stato ricevuto con tutti gli onori a Washington, Londra e Roma".

Khāled Abū l-ʿAbbās, meglio conosciuto con il nome di battaglia Mokhtār Belmokhtār. Una lunga vita da guerrigliero: combattè prima contro i sovietici sulle montagne dell'Hindukush e entrò poi a far parte della Gruppo islamico armato di Algeria (Gia). Divenne poi uno dei comandanti dell'organizzazione al Qaida nel Maghreb Islamico (AQMI), allora nota come Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento (GSPC). A partire dal 2003 ha intessuto relazioni con Osama bin Laden volte a unire la galassia jihadista. Il 22 agosto 2013 Belmokhtar annunciò la fusione della propria organizzazione con il Movimento per l'Unicità e il Jihad nell'Africa Occidentale.

Mohamed Hamduch, meglio noto come "Il tagliatore di teste". Ha aderito all'Isis per combattere contro Assad e è diventata una vera e propria star nel mondo dello jihadismo perché ha iniziato a postare una gran quantità di foto accompagnato dalle teste delle persone che aveva ucciso.

Quando si sposò, Hamduch portò alla futura moglie, come dote di matrimonio, una cintura kamikaze.

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