Afghanistan in fiamme

Elicotteri, blindati e fucili d'assalto: ecco l'arsenale Usa rubato dai talebani

A Kandahar e Qalat le milizie sfilano con le armi americane. Nelle loro mani 40 Black Hawk e droni, 2 mila carri armati, 16 mila visori, 600mila armi automatiche. Usa pronti a bombardare i depositi.

Elicotteri, blindati e fucili d'assalto: ecco l'arsenale Usa rubato dai talebani

La stessa sottovalutazione, la stessa leggerezza, lo stesso inaccettabile regalo ad una formazione terrorista trasformata da esercito di tagliagole in forza armata dotata di armi e blindati occidentali. Sette anni fa successe a Mosul. Allora gli americani, sopravalutando le capacità di resistenza dell'esercito iracheno da loro stessi addestrato, regalarono allo Stato Islamico non solo migliaia di fucili d'assalto e un numero incalcolabile di munizioni e granate, ma persino i carri armati Abrams e le jeep blindate Humvee utilizzate dagli attentati suicidi. Non paghi di aver armato l'Isis gli Usa ora regalano al nemico talebano, e probabilmente ai terroristi di Al Qaeda loro alleati, un immenso arsenale.
I primi a ringraziare sono gli stessi talebani. Ieri sia a Kandahar, capitale e cuore del primo emirato, sia a Qalat capoluogo della provincia di Zabul nel sud est del paese, i miliziani fondamentalisti hanno organizzato due grandi parate per esibire gli armamenti di fabbricazione statunitense razziati nelle basi dell'esercito afghano. Nei video centinaia di militanti sfilano dietro le bandiere bianche del movimento esibendo giubbotti anti proiettili made in Usa e fucili d'assalto M4, l'arma in dotazione ai soldati statunitensi fornita anche a quelli di Kabul. Ma quella è solo una minima parte del malloppo. Stando ai dati del Pentagono solo tra il 2002 e il 2017 l'alleato afghano ha ricevuto forniture militari per oltre 28 miliardidollari comprendenti armi individuali, razzi, visori notturni, droni elicotteri e strumenti per le radio-comunicazioni.
La parte più sensibile di quest'armamentario è rappresentata dai 208 fra droni, aeroplani ed elicotteri Black Hawk distribuiti alle varie unità delle forze armate di Kabul tra il 2003 e il 2016. Per quanto non esistano ancora conteggi ufficiali i talebani avrebbero messo le mani su circa 2mila blindati, tra cui non solo Humvee, ma anche mezzi pesanti capaci di resistere ai più potenti ordigni esplosivi. Il vero trofeo - capace di far gola non solo ai talebani, ma anche altri nemici degli Usa, come Cina o Iran - sono i 40 fra elicotteri Uh 60 Black Hawk e droni Scan Eagle rimasti parcheggiati nelle basi della neonata forza aerea afghana. Dal punto di vista operativo quei velivoli - soggetti in un ambiente polveroso come l'Afghanistan a frequenti noie tecniche e difficili da pilotare senza uno specifico addestramento non rappresentano un grande problema. In pochi mesi - assicurano gli esperti militari i talebani potrebbero averne distrutto una parte nel tentativo di farli volare e non riuscire più a far decollare gli altri a causa della carente manutenzione. Più preoccupante sarà se, invece di farli volare proveranno a venderne le parti elettroniche più sensibili a iraniani o cinesi. Le Humvee blindate e il resto dei mezzi corazzati, invece, garantirebbero ai talebani una netta superiorità in caso di scontri con una rinata resistenza afghana.
Come già successo in Iraq e Siria i blindati - imbottiti d'esplosivo e affidati agli attentatori suicidi - diventerebbero arieti inarrestabili capaci di sfondare le difese di qualsiasi base nemica. E ad aumentare le capacità tattiche dei talebani contribuiranno sicuramente i visori notturni, uno strumento che - fino ad oggi - garantiva all'esercito afghano una certa superiorità negli scontri notturni. Proprio per evitare la messa all'asta degli elicotteri, la trasformazione dei blindati e l'utilizzo di visori e armi individuali i generali americani avevano pianificato il bombardamento degli arsenali abbandonati dall'esercito afghano. Ma anche quel piano si è rivelato un fiasco.

Qualsiasi azione sul territorio controllato dai talebani farebbe, infatti, saltare gli accordi stretti sottobanco per garantire la salvezza degli occidentali e dei collaboratori afghani barricati dentro l'aeroporto Kabul.

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