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Scrive "Buona Pasqua" su Facebook. Fanatico musulmano lo uccide

Un cittadino musulmano scozzese di origini pachistane è stato ucciso da un fanatico islamico per aver scritto su facebook ''Buona Pasqua''

Scrive "Buona Pasqua" su Facebook. Fanatico musulmano lo uccide

''Good Friday and a very Happy Easter, especially to my beloved Christian nation'', in italiano il post che Asad Shah ha pubblicato su facebook è solamente un felice augurio pasquale ''Un buon venerdì e una molto felice Pasqua, specialmente alla mia adorata nazione cristiana''. Un gesto di tolleranza confessionale, un messaggio di augurio rivolto a cristiani e musulmani. Il venerdì è il giorno sacro dell'Islam e poi c'è la Pasqua cristiana, in una frase dunque un abbraccio agli amici e ai parenti di due fedi religiose. Nulla di più che una scritta fraterna ma che invece per Asad, il cittadino di origini pachistane che viveva e lavorava a Glasgow di fede islamica e autore del post, è stata la sua condanna a morte.

Venerdì, Shah, che gestiva un piccolo negozio nella città scozzese alle 19 ha esternato sul social network il suo augurio di buone feste, poi, due ore dopo la tragedia. Nel quartiere di Shawlands il quarantenne pachistano è stato trovato riverso in una pozza di sangue a causa di numerose coltellate che gli sono state inflitte. Orrore, incomprensione e sconcerto per quello che di primo acchito è risultato un omicidio inspiegabile. Poi le indagini, ed è così che gli agenti della polizia scozzese hanno arrestato un uomo di 32 anni, musulmano pure lui, e primo indiziato per l'omicidio. E stando a quanto riportato dalla polizia il movente potrebbe essere dovuto al fanatismo religioso e sarebbe proprio il post della vittima ad aver fatto scattare le ire del fanatico che, ascoltando quanto hanno dichiarato i testimoni, non sembra aver agito da solo.

Sotto shock l'intero quartiere e la famiglia di Asad Shah, ma non solo, anche la Scozia è rimasta paralizzata per l'efferato gesto, tanto che il primo ministro Nicola Sturgeon ha manifestato il suo dolore recandosi a deporre una corona di fiori fuori dal negozio dell'uomo e partecipando al minuto di silenzio nazionale.

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