Mondo

Fbi arresta una donna: ha dato alla stampa informazioni riservate sugli hacker russi

La 25enne Reality Leigh Winner, impiegata in un ufficio federale della Georgia, è accusata di "aver rimosso materiale classificato da una struttura governativa e di averlo inviato a organi di stampa"

Fbi arresta una donna: ha dato alla stampa informazioni riservate sugli hacker russi

Donald Trump non ricorrerà all'executive privilege che permette ai presidenti di opporsi alla citazione in giudizio e ad altri interventi del potere legislativo e giudiziario, per impedire all'ex
capo del Fbi, James Comey, di deporre. Il leader della Casa Bianca ha scelto questa strategia per svelenire il clima. Comey, dunque, comparirà alle 10 di giovedì davanti alla Commissione
Intelligence del Senato per un'udienza pubblica sulle presunte interferenze russe nella campagna presidenziale americana.

Intanto le cronache registrano l'arresto di una "talpa" legato al Russiagate. Una donna, accusata di aver passato ai media materiale riservato, è stata fermata dall’Fbi. Lo ha reso noto il ministero di Giustizia americano. La 25enne Reality Leigh Winner, contractor della Pluribus International Corporation, assegnata ad un ufficio federale della Georgia, è accusata di "aver rimosso materiale classificato da una struttura governativa e averlo inviato a organi di stampa". Secondo la Cnn si tratterebbe delle stesse informazioni su cui si basava l’articolo pubblicato ieri dal sito Intercept, con i dettagli di un attacco informatico sferrato dall’intelligence russa nel 2016 ai danni del fornitore di software per il sistema di voto Usa durante le presidenziali. Ma non vi sono prove del fatto che il verdetto dell’urna sia stato intaccato.

I pubblici ministeri rivelano che la Winner ha ammesso di aver diffuso intenzionalmente documenti classificati. È stata arrestata lo scorso 3 giugno ad Augusta, in Georgia, mentre si trovava nella sua abitazione. Cosa rischia ora? Fino a 10 anni di prigione. Insieme a lei altre cinque persone avrebbero stampato il documento riservato, ma la Winner è l’unica ad avere contatti email con gli organi di stampa. "La diffusione di materiale classificato senza autorizzazione - ha precisato il vice ministro di Giustizia, Rod Rosenstein - minaccia la nostra sicurezza nazionale e mina la fiducia pubblica nel governo. Le persone di cui ci si fida rispetto alle informazioni classificate e che si sono impegnate a proteggerle devono essere ritenute responsabili se violano tale obbligo".

L’Intercept, sito specializzato in sicurezza nazionale, sostiene che il documento ottenuto, datato 5 maggio 2017, "è il resoconto governativo più dettagliato sulle interferenze russe nel processo elettorale Usa che deve ancora venire alla luce" e che lo ha ricevuto da una fonte anonima.

Cosa ha rivelato il sito Intercept

L'intelligence militare russa avrebbe lanciato un attacco hacker contro società che producono i software per il voto elettronico negli Stati Uniti. Lo rivela The Intercept, citando documenti della National Security Agency che potrebbero quindi fornire la prova di un tentativo attivo da parte di Mosca di influenzare l risultato delle elezioni dello scorso novembre. Le fonti governative hanno comunque precisato che non è chiaro se l'attacco, architettato e condotto per mesi con il sistema dello "spear-phishing", cioè l'invio di mail che sembrano provenire da mittenti noti, abbia poi avuto un effetto sulle elezioni di novembre. L'attacco sarebbe iniziato alla fine di agosto contro una compagnia che produce e gestisce le macchine per il voto elettronico, alle quali gli agenti russi hanno inviato false mail di Google, che hanno spinto i dipendenti ad aprirle dando così agli hacker le loro credenziali di login. Alla fine di ottobre, a pochi giorni dal voto quindi, gli stessi agenti russi avrebbero usato le credenziali così ottenute per inviare 122 mail, fingendo di essere le società dei programmi software per il voto elettronico, a diverse agenzie governative. Una volta aperte queste mail avrebbero avviato un nuovo attacco spear phishing con l'obiettivo di aprire una backdoor, un accesso, nei computer governativi "permettendo in teoria a qualsiasi tipo di cocktail di malware, cioè software dannosi, di essere inviato automaticamente".

La secca smentita di Mosca

Il Cremlino nega che il servizio di intelligence di Mosca abbia tentato di introdursi nel sistema elettorale delle presidenziali americane prima del voto. "Queste affermazioni - ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov - non corrispondono alla realtà, smentisco fermamente qualunque pssibilità che sia potuto accadere.

Non abbiamo sentito alcun argomento che confermi l’autenticità di queste informazioni".

Commenti