In India si sono scatenate in questi giorni violente proteste nei confronti di Twitter. Le autorità indù hanno infatti ripetutamente esortato la popolazione a “boicottare” la compagnia americana, accusata di diffondere “messaggi offensivi” e di “alimentare l’odio” verso la religione nazionale.
Le manifestazioni di protesta promosse dai leader induisti sono state provocate dalla recente pubblicazione su diverse reti social di una foto che ritrae Jack Dorsey, amministratore delegato del gruppo Usa, con in mano un cartello recante la scritta: “Abbasso il patriarcato dei brahmani!”. Il cartello caratterizzato da tale slogan critico nei confronti della casta sacerdotale induista, titolare di grande prestigio sociale nel Paese asiatico, sarebbe stato consegnato a Dorsey il 18 novembre scorso, durante una visita di quest’ultimo nel subcontinente, da un gruppo di attiviste per i diritti umani. Una delle donne avrebbe allora scattato una foto al manager americano, immortalato proprio nell’atto di ricevere dalla delegazione femminile il controverso manifesto.
All’indomani della pubblicazione dello scatto sulle reti social, le principali città indiane si sono riempite di cortei organizzati dalle autorità indù e diretti a esternare l’indignazione dei fedeli nei confronti dei vertici di Twitter. Forti critiche a carico della compagnia Usa sono state espresse anche da importanti esponenti del mondo imprenditoriale del subcontinente. Ad esempio, T. V. Mohandas Pai, già dirigente della multinazionale Infosys, ha accusato Dorsey di avere mostrato “scarso rispetto” nei confronti del sistema indù delle caste: “L’amministratore delegato di Twitter ha recentemente dato prova di una totale mancanza di rispetto e di un profondo sentimento di odio verso la tradizione induista. Una società così importante non può lasciare al suo posto un dirigente fautore dell’odio verso una comunità religiosa. Twitter, al fine di salvaguardare la propria rispettabilità, deve quindi immediatamente rimuovere Dorsey dal rispettivo incarico.”
La società americana ha in seguito rivolto, tramite una nota, “scuse ufficiali” all’indirizzo delle autorità induiste. Il comunicato recita: “Il nostro gruppo è profondamente rammaricato per l’accaduto. Un nostro dirigente ha commesso un atto palesemente avventato, il quale ha urtato la sensibilità di milioni di persone.
Twitter intende essere una piattaforma inclusiva, completamente priva di messaggi offensivi ai danni di comunità religiose o etniche. Questo obiettivo non è stato ancora completamente raggiunto, ma siamo determinati a riconquistare la fiducia degli utenti indiani.”- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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