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Francia, diplomatici contro Le Pen: "Se vince lasciamo l'incarico"

Lettera dell'ambasciatore a Tokyo: "Se vince la Le Pen lascio. Potrei servire la Francia ma non il suo governo". E il collega di Washington applaude

Francia, diplomatici contro Le Pen: "Se vince lasciamo l'incarico"

In Francia di fronde se ne intendono sin dal Seicento. Eppure non è frequente che siano proprio i diplomatici, usi al rispetto delle forme e del protocollo, ad ordire una rivolta preventiva contro uno dei candidati alle elezioni presidenziali - per di più durante la campagna elettorale.

Eppure è quello che è succede nelle ambasciate della sesta Repubblica, dove i paludati diplomatici transalpini si sono espressi in una serie di dichiarazioni senza precedenti. A dare il là è stato l'ambasciatore a Tokyo Thierry Dana, che in un intervento pubblicato ieri mattina sulle colonne di Le Monde ha scritto una lettera inaudita idealmente rivolta a Marine Le Pen: se la candidata frontista dovesse trionfare sia al primo che al secondo turno delle elezioni, Dana rifiuterebbe di continuare a servire la diplomazia francese.

Non poco, per una persona che ha giurato fedeltà al drapeau tricolore. "Certo - scrive Dana - un ambasciatore serve lo Stato e rappresenta la Francia. L'uno e l'altra vi sopravviveranno. Ma ad un ambasciatore è richiesto anche di difendere con lealtà le posizioni del proprio governo. E non potrei difendere lealmente le vostre posizioni, che sono contrarie a tutti i principi per cui la Francia è grande nel mondo."

Le sue parole di fuoco, nonostante l'appello del ministro degli Esteri Jean-Marc Ayrault a che gli ambasciatori perseguano una linea di "prudenza e neutralità", sono state accolte favorevolmente dal collega di Dana a Washington Dc - non proprio una sede diplomatica secondaria. L'ambasciatore Gerard Araud ha infatti lodato Dana per "l'eccellente articolo" scritto contro le politiche annunciate da Madame Le Pen.

Resta da vedere se e quanti altri ambasciatori ne seguiranno l'esempio.

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