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La Francia pronta ad abolire lo schiaffo educativo

Passa in prima lettura la legge che vieta sculacciate e tirate d'orecchie a scopo educativo. I Repubblicani si astengono, un solo voto contrario. La parola passa ora al Senato

La Francia pronta ad abolire lo schiaffo educativo

I genitori francesi se ne sono serviti in oltre 8 casi su dieci. Ma ora l'Assemblea nazionale vuole che si dica addio a sculacciate, schiaffi, tirate d'orecchie e di capelli, minacce e ricatti ai bambini con il pretesto di educare. La Camera bassa del Parlamento ha approvato nella notte, in prima lettura, la proposta di legge che introduce nel codice civile il divieto totale di punizioni corporali e non solo. Il testo è passato con 51 voti a favore, l'astensione dei Repubblicani e il voto contrario di una deputata del Rassemblement national. il testo è passato con 51 voti a favore, l'astensione dei Repubblicani e il voto contrario di una deputata del Rassemblement national. La parola passa ora al Senato. Promosso dal MoDem (Mouvement démocrate) il partito centrista che siede nel governo di Édouard Philippe, sostenuto dall'esecutivo, dal partito di maggioranza La République En Marche e da altri deputati in ordine sparso, il testo della legge prevede che nel codice civile venga inserito un principio fondamentale: che «i titolari dell'autorità parentale l'esercitino senza violenza» e non utilizzino «nei confronti dei bambini strumenti come la violenza fisica, verbale o psicologica, le punizioni corporali o l'umiliazione» per «mettere una parola definitiva alla possibilità dei giudici di riconoscere un diritto di correzione ereditato dall'Ottocento e che, tuttavia, non esiste affatto nel diritto penale». La legge ha un valore soprattutto simbolico e, se adottata in via definitiva con il via libera del Senato (ma qui i Repubblicani hanno la maggioranza), farebbe della Francia il 55esimo Paese al mondo a vietare le punizioni corporali, il 23esimo dell'Unione europea (l'Italia non è fra questi), nel vecchio continente in cui la Svezia ha fatto da apripista nel 1979. Perché di fatto il codice penale francese (art. 222-13) proibisce chiaramente la violenza fisica sui bambini, considerata «aggravata» se esercitata da un parente nei confronti di un ragazzo sotto i 15 anni. Ma c'è una contraddizione.

Il codice civile prevede invece un «diritto di correzione» a titolo educativo. Perciò - dicono i promotori - la legge non contempla nuove sanzioni penali, che esistono già, ma punta a inserire nel codice civile un principio importante, per spingere a un cambio di mentalità, per mettere in piedi una campagna di informazione e di formazione professionale sul tema. Un tentativo già fatto in passato, quando la norma non è andata a buon fine per questioni procedurali. La «violenza educativa» è un'abitudine in Francia. Secondo la Fondazione per l'Infanzia, l'85% dei genitori se ne è servito per correggere comportamenti «sbagliati». Non è un caso che la legge abbia ottenuto il sostegno di varie organizzazioni, che ricordano alla Francia la firma della Convenzione per i diritti dell'Infanzia (1989), sul cui rispetto il Paese è stato richiamato quattro volte dall'Onu. In Commissione, i deputati si erano divisi sul tema e lo stesso potrebbe succedere in Senato. Alcuni esponenti di destra ed estrema destra hanno denunciato «l'ingerenza» nella vita delle famiglie e «l'inezia» di una proposta «ridicola». Il Repubblicano Julien Dive ha sottolineato «l'ironia della storia». L'iniziativa è dei MoDem, il cui presidente François Bayrou, durante la campagna per le presidenziali del 2002 diede uno schiaffo a un bimbo che tentava di frugare nelle sue tasche, in un quartiere difficile di Strasburgo. Replica: «Il ragazzo è diventato un delinquente, la prova che quei metodi non funzionano». Alla fine, l'Assemblea dove domina il partito del presidente Emmanuel Macron ha dato il via libera. La battaglia sarà ora in Senato. Un rapporto Onu del 2002 su violenza e salute - citato dai promotori - ha stabilito una stretta correlazione tra le violenze subite da piccoli e l'aggressività da adulti, i problemi di autostima ed emozionali.

L'Università di Austin, in Texas, dopo aver messo insieme 75 studi realizzati in 50 anni su 13 Paesi e 160mila bambini, svela che le punizioni corporali sviluppano aggressività e comportamenti antisociali, abbassano le prestazioni e la stima di sé e scatenano un meccanismo basato sul principio: l'ho subito, lo rifaccio. «È la legge del più forte, vogliamo fermarla», scrivono i 53 deputati firmatari.

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