“L’America non pagherà per i foreign fighter europei”. Donald Trump lo aveva annunciato la scorsa settimana davanti ai cronisti riuniti alla Casa Bianca e lo ha ribadito oggi prima del faccia a faccia con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, a Biarritz. Il destino dei jihadisti prigionieri delle forze curde è finito tra le questioni sul tavolo dei grandi del pianeta, riuniti da sabato scorso nella cittadina della costa basca.
La richiesta del presidente americano è che i Paesi europei, in primis Germania e Francia, inizino a rimpatriare le migliaia di concittadini che negli ultimi anni sono partiti per unirsi ai combattenti dello Stato Islamico e che sono ancora prigionieri delle forze alleate di Washington. Per ora, infatti, a tornare in patria sono stati soltanto i figli dei jihadisti europei. In Francia ne sono rientrati 12, mentre per la prima volta, la scorsa settimana, una delegazione del governo tedesco ha preso in carico quattro orfani figli di miliziani tedeschi che hanno combattuto sotto le insegne di al Baghdadi. A consegnarli nelle mani dell’intelligence di Berlino sono stati alcuni funzionari dell’amministrazione curda. Un’operazione, questa, rivendicata dalla cancelliera tedesca nell’incontro odierno con Trump.
Ma a Washington non basta. Per i combattenti ancora rinchiusi nelle carceri siriane, tra cui secondo i dati del Rojava Information Center (RIC) curdo ci sono anche 66 uomini di nazionalità tedesca, che rappresentano un evidente pericolo per la sicurezza interna, non è stato avviato alcun iter. Da qui l’ultimatum di Trump, che nelle scorse settimane aveva già minacciato di voler "lasciare liberi di tornare in Europa" i jihadisti di casa nostra, nel caso in cui non si fosse raggiunto un accordo con le cancellerie del Vecchio Continente. “Ci sono migliaia di foreign fighter dell’Isis in questo momento e l’Europa deve prenderli – aveva avvertito – e se l’Europa non li prenderà non avrò altra scelta che liberarli nei Paesi da cui provengono, che sono Germania, Francia e così via”.
L’ipotesi, avanzata in precedenza, di trasferirli nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo e “mantenerli per 50 anni” è stata scartata categoricamente.
“Non sarebbe giusto per gli Stati Uniti”, ha fatto sapere Trump, in linea con quanto affermato nei giorni scorsi. Secondo i dati di Business Insider dal 2013 in poi sarebbero 1050 i combattenti che dalla Germania sono arrivati in Siria e in Iraq e 1,190 quelli partiti dalla Francia per unirsi all’esercito del Califfato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.