Gentiloni vola a Est, ma sui ricollocamenti non convince il Visegrad

Il premier in Repubblica Ceca e Slovenia: "La solidarietà vale per tutti". Ma dai Paesi del Visegrad nessuna apertura

Gentiloni vola a Est, ma sui ricollocamenti non convince il Visegrad

"Sui migranti ci sono pareri diversi e l'Italia, lo confermo, ritiene che l'impegno sui rifugiati è vincolante per tutti". All'indomani dello scontro tra Corte Ue e i Paesi dell'Est appartenenti al gruppo Visegrad, Paolo Gentiloni vola in Repubblica Ceca e Slovenia per rivendicare la legittimità delle politiche italiane sui migranti e i ricollocamenti.

"Quella della Corte di giustizia è una decisione importante", ha spiegato il premier italiano, "Le decisioni della Corte credo debbano impegnare tutti i Paesi membri dell'Unione e credo che a questo l'Italia guarderà nei prossimi mesi. La decisione della Corte è importante per due principi: per il metodo perché le decisioni assunte vanno rispettate e nel merito perché il principio di solidarietà che era alla base della decisione della relocation è stato confermato. C'è un gran lavoro da fare sulla revisione degli accordi di Dublino, che non è risolto dalla sentenza della Corte europea e che proseguirà".

Eppure, deve ammettere Gentiloni, sul tema "ci sono pareri diversi". Anche se "dobbiamo registrare con interesse la disponibilità dei nostri amici della Repubblica ceca a collaborare sul piano della dimensione esterna della migrazione in forme diverse. Questo è lo spirito che ci deve animare".

Da parte sua il premier ceco Bohuslav Sobotka ha annunciato due

progetti, in Libia e Costa d'Avorio, "per alleggerire la pressione migratoria sull'Ue". Ma sui ricollocamenti non cambia idea: "Sulle quote di redistribuzione obbligatorie abbiamo pareri diversi", ha confermato Sobotka.

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