Gerusalemme, l'allarme dei cristiani: "Cercano di cancellarci"

Una nota congiunta delle comunità cristiane di Terrasanta lancia l'allarme: "Tentativo di minare alla base l'integrità della Città Santa, e di indebolirvi la presenza cristiana''

Gerusalemme, l'allarme dei cristiani: "Cercano di cancellarci"

Che i cristiani fossero attacco in tutto il Medio Oriente, purtroppo, lo sapevamo da molto tempo. Ma che i fedeli di Gesù siano nel mirino persino a Gerusalemme, là dove Cristo ha subìto la Passione ed è morto, è davvero qualcosa che riempie di sgomento e lascia basiti ed amareggiati.

Eppure stando ai capi delle maggiori chiese cristiane presenti nella Città Santa, la situazione è drammatica: "Si tratta di un tentativo sistematico di minare alla base l'integrità della Città Santa e della Terra Santa, e anche di indebolirvi la presenza cristiana'', si legge in un comunicato congiunto firmato dal Patriarca greco Teofilo III, dal Patriarca armeno Nourhan Manougian e dall'amministratore apostolico del Patrarcato latino, arcivescovo Pierbattista Pizzaballa.

Secondo il Jerusalem Post, i punti controversi sarebbero soprattutto due: da un lato la sentenza del tribunale di Gerusalemme del mese scorso con cui è stato stabilito che l'acquisto di tre compound vicino alla porta di Giaffa nella città vecchia da parte della ong di destra Ateret Kohanim Yeshiva è stato legale. Gli immobili compresi nei compound appartenevano alla Chiesa Greco-ortodossa, assai potente in città.

Inoltre al centro del dibattito c'è anche la proposta di legge della parlamentare israeliana Rachel Azaria che mira a nazionalizzare i terreni di proprietà delle chiese a Gerusalemme ovest e vendute privati, con la scusa di "prevenire lo sfruttamento" di chi vi abita. Si tratta di terreni affittati dalle chiese al Jewish National Fund negli anni Cinquanta e il cui contratto di locazione è in scadenza nei prossimi decenni ma che in parte sono state vendute dalle chiese a privati.

Nonostante la Azaria assicuri di "non avere intenzione di indebolire la presenza cristiana a Gerusalemme", il comunicato delle chiese si conclude con parole molto dure: "Non

sottolineeremo mai abbastanza quanto sia la situazione di assalto sistematico allo status quo della città e al benessere delle comunità cristiane di Terrasanta, così come alla stabilità della nostra società", affermano preoccupati.

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