Coronavirus

"Medici siano vigili". Altri casi di ischemia collegati ad AstraZeneca

A seguito di tre casi di ischemia collegati al vaccino AstraZeneca, tra cui un decesso, i medici britannici chiedono ora a tutto il personale sanitario di vigilare sui pazienti vaccinati con sintomi riconducibili all'ictus ischemico

"Medici siano vigili". Altri casi di ischemia collegati ad AstraZeneca

Recenti casi di ischemia riscontrati in soggetti appena vaccinati con AstraZeneca, hanno messo in allarme i medici nel Regno Unito. Ricercatori hanno osservato correlazioni tra il vaccino anti Covid di Oxford e alcuni episodi ischemici, dopo che tre pazienti sono stati ricoverati e una di loro è deceduta. Come in Italia, anche in Gran Bretagna ci sono stati casi di coaguli di sangue che hanno portato a trombosi, seppur rare, legate al controverso vaccino anglo-svedese. Ma, come riporta il Daily Mail, è la prima volta che si osservano casi di ischemia in relazione al vaccino. L’attacco ischemico si presenta quando si formano coaguli di sangue nelle arterie maggiori, impedendo a sangue ed ossigeno di raggiungere il cervello. I pazienti che fino ad ora hanno riscontrato questa grave reazione al vaccino sono due donne trentenni e un uomo poco più che quarantenne.

Dei tre, una donna asiatica di 35 anni sarebbe stara ricoverata, dopo aver sofferto di emicrania intermittente, nel lato sinistro e intorno agli occhi sei giorni dopo aver ricevuto il vaccino. Dopo qualche giorno la trentacinquenne si sarebbe svegliata in stato confusionale e con una debolezza alle gambe, alle braccia e al viso. Sottoposta a un intervento chirurgico per ridurre la pressione cerebrale, nessun trattamento è stato purtroppo in grado di salvarle la vita e la donna è deceduta. Una seconda paziente di 37 anni, presentava gli stessi sintomi: mal di testa, senso di debolezza localizzato in diverse aeree del corpo e perdita della vista, 12 giorni dopo essersi vaccinata. Fortunatamente i trattamenti ricevuti in ospedale sono stati efficaci e la donna è sopravvissuta.

Il terzo ed ultimo paziente è un uomo di 43 anni, che si è presentato in ospedale con difficoltà a parlare e a comprendere le domande che gli venivano poste. Dopo essere stato sottoposto ad una trasfusione di plasma e piastrine, l’uomo si è ora ripreso. A parlare di questi nuovi sintomi collegati ad AstraZeneca è stato David Werring, professore di neurologia clinica allo University College di Londra. “Sebbene la trombosi sia ora considerata uno dei maggiori responsabili della sindrome di Vitt", ha spiegato Werring, “il nostro studio dimostra che anche il più comune ictus ischemico potrebbe indurre la trombosi da vaccino." Il professore ha ricordato che, nonostante i casi di trombosi e ischemia siano rari, è bene che il personale medico tenga monitorati i pazienti a cui è stato somministrato il vaccino, che presentano sintomi riconducibili all’ictus.

“Certamente entrambi i casi di trombosi ed ischemia sono molto rari”, ha dichiarato il professor Werring”, “ma i medici devono vigilare sui pazienti con sintomi tipici dell’ictus ischemico, come debolezza facciale, alle gambe o alle braccia e difficoltà a parlare, da 4 a 28 giorni dopo la somministrazione del vaccino”.

Secondo gli studi effettuati dal National Hospital for Neurology, la rara sindrome chiamata “trombosi indotta da vaccino e trombocitopenia”, si presenterebbe perlopiù in pazienti giovani, con meno di 40 anni.

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