Adesso è allarme per il vaiolo delle scimmie

Sette casi di vaiolo delle scimmie in Regno Unito, di cui quattro nella comunità gay, fanno scattare l'allarme per la trasmissione di questo virus mortale in un paziente su 10: ecco come si riconosce e cosa dice l'Oms

Adesso è allarme per il vaiolo delle scimmie

In Gran Bretagna è scattato l'allarme per il vaiolo delle scimmie che ha colpito sette persone di cui quattro facenti parte delle comunità gay e bisessuali di Londra, tutti uomini. Soltanto uno di loro avrebbe avuto contatti con l'Africa dove il virus è endemico, motivo per il quale gli esperti credono che si stia manifestando autonomamente nella comunutà e non a causa di questa, eventuale, importazione.

Quali sono i sintomi

L'Uksa (United Kingdom Security Agency) sta cercando di risalire velocemente alla "fonte di queste infezioni perché le prove suggeriscono che potrebbe esserci una trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie nella comunità, diffusa da uno stretto contatto". L'invito fatto a uomini gay e bisessuali è di "prestare attenzione a eventuali eruzioni cutanee o lesioni insolite e contattare un servizio di salute sessuale senza indugio" ha affermato la prof. Susan Hopkins, consulente medico capo dell'Uksa. Attenzione, dunque, a cosa accade soprattutto alla pelle perché i sintomi possono essere confusi con morbillo, varicella, sifilide e scabbia. Come ricorda IlMessaggero, questi sintomi vanno da febbre e mal di testa fino all'ingrossamento dei linfonodi. Sulla pelle, come stadio finale, si formano alcune croste che poi cadono.

Qual è la mortalità

Anche se è poco trasmissibile, il vaiolo delle scimmie uccide in media il 10% di chi contrae questo virus. Si trasmette a causa delle goccioline di saliva contenute nel respiro, durante un contatto molto vicino con l'interlocutore o se si scambiano fluidi corporei. Tutti i casi britannici sono compatibili con il ceppo virale che circola in Africa occidentale che, fortunatamente, è meno letale rispetto ad altre varianti. L'Oms vuole vederci chiaro e ha intrapreso "un ampio tracciamento dei contatti per identificare le persone esposte al rischio di contagio nelle strutture sanitarie, all'interno della comunità e nel volo internazionale" dove ha viaggiato il paziente uno che rientrava dalla Nigeria. Tutti i malati sono sotto attento monitoraggio e lo saranno per tre settimane.

I rischi per il Regno Unito

Come detto, il rischio che questo virus possa diffondersi maggiormente, in Regno Unito, resta minimo tant'é che l'Oms non ha raccomandato nessuna restrizione per i viaggi e gli scambi commerciali con la Nigeria o il Regno Unito "sulla base delle informazioni disponibili in questo momento". Se questa malattia è ben presente in Africa, specialmente Nigeria e Congo, nel 2003 si è verificato anche il primo caso negli Stati Uniti. L'origine, però, è datata 1970 quando divenne pian piano endemico su molti Paesi dell'Africa centro-occidentale. Nel Regno Unito, invece, la prima apparizione del vaiolo delle scimmie è del 2018 dopo il rientro di un passeggero dalla Nigeria. Adesso, però, i casi non hanno attinenze con Abuja.

Come avevamo scritto l'anno scorso sul Giornale.it, il primo decesso mai registrato in Cina è stato nel 2021 e ha riguardato un veterinario cinese di 53 anni.

Il "Monkey B Virus" (BV) lo ha ucciso dopo i primi sintomi comparsi circa un mese dopo aver lavorato sulle carcasse di due scimmie. Nonostante le cure ospedaliere a seguito di nausea e vomito, l'uomo non è riuscito a salvarsi.

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