La Gran Bretagna vende armi ai regimi della lista nera stilata dal Foreign Office

Con l'avallo del governo, aziende britanniche vendono fucili, munizioni e gas lacrimogeni a Paesi retti da regimi inclusi nella lista nera del Foreign Office

La Gran Bretagna vende armi ai regimi della lista nera stilata dal Foreign Office

La Gran Bretagna venderebbe armi, tra cui gas lacrimogeni e proiettili di gomma, a regimi autoritari inclusi nella "lista nera" stilata dallo stesso Foreign Office.

Secondo quanto rivela un'inchiesta di The Independent, durante una tre giorni a porte chiuse recentemente organizzata dal ministero degli Interni di Sua Maestà britannica, la coalizione di governo ha approvato la vendita di oltre venti milioni di euro di dispositivi per il controllo della folla a Paesi in cui al potere ci sono governi dittatoriali finiti sulla lista nera del medesimo governo britannico.

Il cosiddetto "Security and Policing event" è stato sponsorizzato dal ministero degli Interni come un'opportunità unica per gli imprenditori del settore di esporre e vendere prodotti per il controllo della folla. Prodotti che "sarebbero molto delicati da mostrare in un ambiente aperto alle telecamere": un dettaglio non indifferente, perché l'accesso alla tre giorni è stato consentito ai soli addetti ai lavori, lasciando fuori stampa e pubblico.

Tra gli articoli che sarebbero stati venduti a regimi autoritari come quelli attualmente al potere in Arabia Saudita, Egitto e Kazakistan figurano fucili di precisione, dispositivi per intercettazioni telefoniche ed informatiche, oltre a dispositivi sonar per il controllo della folla descritti come "estremamente fastidiosi" per chi dovesse subirne gli effetti. Materiali come questi potrebbero venire impiegati - quando già non è avvenuto - per sedare il dissenso interno in occasioni di manifestazioni o dimostrazioni di piazza in Paesi come Hong Kong ed Egitto.

Ben nove Paesi tra quelli che hanno ricevuto il nulla osta per l'esportazione - Afghanistan, Bahrein, Colombia, Iraq, Israele, Libia, Pakistan, Russia ed Arabia Saudita, sono comparsi o compaiono ancora sulla "lista nera" del Foreign Office per i regimi in cui i diritti umani sono a rischio.

Gli attivisti per i diritti umani ricordano come dal 2010, anno di ascesa al potere della coalizione di governo guidata da David Cameron, il dipartimento per il commercio e l'innovazione ha approvato l'esportazione di quasi venti milioni di euro di dispositivi per il controllo della folla: nel conto ci sono oltre dodici milioni di euro di gas lacrimogeni e quasi un milione di euro di munizioni "per il controllo della folla". Certo, nessuno di questi prodotti è considerato illegale e la maggior parte finisce ad alleati di provata tradizione democratica, come la Francia e gli Stati Uniti. Molti, tuttavia, accusano il governo di aver dato la precedenza agli interessi commerciali dell'industria britannica rispetto all'osservanza dei diritti umani.

Le rilevazioni - stilate dal Comitato contro il commercio di armi sulla base di dati governativi - mostrano come queste armi siano servite a reprimere il dissenso interno in Paesi retti da dittature - inclusa anche la Libia di Gheddafi.

Di fronte a queste accuse, il governo britannico si è difeso

ricordando che la politica sull'esportazione di armi si basa sul principio della concessione delle licenze in tutti i casi in cui non ci sia un "chiaro rischio" che possano venire usate per la repressione del dissenso interno.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica