Greta e Vanessa ai pm di Roma: “Non siamo state violentate”

"Siamo state sempre insieme". E sulle persone che le hanno tenute prigioniere: "Avevano sempre il volto coperto"

Greta e Vanessa ai pm di Roma: “Non siamo state violentate”

Cinque mesi difficili, ma senza subire abusi e violenze. È quanto avrebbero dichiarato Greta Ramelli e Vanessa Marzullo ai pm romani, dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dai sostituti Sergio Colaiocco e Francesco Scavo, che le hanno sentite per oltre quattro ore nella caserma del Ros in via di Ponte Salario. Le due volontarie, secondo le prime informazioni, hanno dichiarato di non aver mai lasciato la Siria. Sul rapimento i magistrati avevano aperto un'inchiesta per sequestro di persona con finalità di terrorismo.

Greta e Vanessa, liberate ieri e rientrate in Italia nella notte su un volo dell'Aeronautica, hanno spiegato di essere state tenute prigioniere da "persone che avevano sempre il volto coperto". Sembra impossibile, quindi, che le due giovani siano in grado di riconoscere chi le ha tenute prigioniere dallo scorso luglio. In ogni caso, le due volontarie si sono dette certe di aver cambiato più luoghi di detenzione: "sempre a nord della Siria, in zone poche distanti l'una dall'altra". Il sequestro delle due ragazze - stando a quanto raccontato ai pm di Roma - non sarebbe stato tra i peggiori: un trattamento più pesante e umiliante, ad esempio, è toccato al giornalista Domenico Quirico, rapito in Siria, o a chi è stato sequestrato di recente in Libia. Per Greta e Vanessa non ci sarebbe stato "uso sistematico della violenza".

Inoltre, le due volontarie hanno confermato che durante la prigionia sono sempre state assieme e che nessuno le aveva informate del riscatto chiesto per loro all'Italia. Alle ragazze sono state fatte domande anche su padre Paolo Dall'Oglio, il religioso sequestrato in Siria il 29 luglio del 2013, ma le giovani hanno dichiarato di non sapere nulla di dove si trovi il religioso.

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