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I bimbi diventano tagliagole col "cicciobello del califfo"

La propaganda non risparmia neppure la tenera età

I bimbi diventano tagliagole col "cicciobello del califfo"

Il bimbo non ha più di 4-5 anni. Ha una tunica bianca e ha il volto coperto con lo stesso fazzoletto nero dei tagliagola dell'Isis. Nella mano destra impugna un coltello col manico giallo, nella mano sinistra un bambolotto. Il bambino pronuncia frasi di incitamento alla jihad, si inginocchia, poggia il pupazzo a terra, gli blocca la testa e affonda la lama nel collo. Fino a staccargli la testa. Dopo l'esecuzione, il piccolo esulta, mentre (fuori dall'inquadratura) voci di adulti urlano Allah akbar!

La sequenza-choc che abbiamo tratto dal sito ilradar.com si candida a diventare la «videoguita» del «gioco» più assurdo che possa finire nelle mani di un baby figlio della guerra santa: una sorta di «cicciobello della jihah» all'interno di una confezione-regalo con tanto di «coltello allegato». Un «dono» che nei paesi islamici più oltranzisti pare stia diventando un must «ludico», così come far assistere i bambini alle crocefissioni, come denunciato di recente da un rapporto dell'Onu.

Nel caso del pupazzo per «giovani tagliagola» ci troviamo dinanzi a un ulteriore degenerazione del modo criminale di «educare» i bambini alla fede Isis e all'eliminazione degli «infedeli» che tentano di opporsi. C'è chi teme che questi macabri oggetti possano arrivare anche in Europa ed essere distribuiti provocatoriamente da personaggi senza scrupoli. Ma se questa è un'operazione propagandistica ancora dai contorni indefiniti, bello e pronto è invece il videogame action -politico pro Stato islamico che l'Isis ha pubblicato online: un trailer di 3 minuti ispirato al celebre videogame Grand Theft Auto , che nel 2004 fu acquistato da quasi 30 milioni di clienti. Nel video, intitolato Salil al-Sawarem , si vedono miliziani all'attacco, assalti a convogli. «Serve ad addestrare i bambini», scrive al Arabiya citando fonti Isis.

«È ironico che utilizzino giochi occidentali», commenta Mufaddal Fakhruddin, del settore Medio Oriente di Ign, una tra le più popolari piattaforme per videogiochi, basata in Usa. «Il trailer - spiega l'esperto - è chiaramente rivolto a un' audience di giovani che potrebbero essere attratti da una violenza facile e senza conseguenze. Quello che temo sono le terribili conseguenze che questo videogame potrebbe causare».

Ma la fase di indottrinamento fanatico per kamikaze e tagliagola in età scolare non passa solo attraverso strumenti virtuali ma segue la pista anche dei più «tradizionali» campus di addestramento. A Gaza i «corsisti» (c'è chi parla di oltre 100mila iscritti ndr) devono avere - da regolamento - più di 8 anni, ma per i più «vogliosi» e «dotati» può chiudere un occhio anche se hanno un'età inferiore. Un modello di «preparazione all'Intifada» che pare sia imitato anche dalla controparte in guerra, vale a dire lo stato israeliano.

I «giochi» - come documentato mesi fa da un'inchiesta del Giornale - sono tanti e tutti molto impegnativi: si va dal salto nel cerchio infuocato al passaggio sotto il filo spinato, dal tiro a segno con armi vere alle marce forzate. Ai piccoli vengono anche fornite uniformi e lezioni di religione. Ci si addestra tre ore al giorno per sette giorni alla settimana. A fare da istruttori ci pensano i membri delle brigate Ezzedin Al Qassam, considerate un'organizzazione terroristica da Unione Europea e Stati Uniti, così come la stessa Hamas. L'iniziativa, secondo Haniyeh, è «pensata per insegnare i valori e la forza morale insiti nello spirito della jihad».

Gli organizzatori sono orgogliosi della loro iniziativa e invitano ad assistere ai «giochi» giornalisti di tutto il mondo.

Una dimostrazione di forza o di debolezza? Sicuramente di arrogante incoscienza.

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