Cosa c'è dietro il passaggio dell'incrociatore russo in Puglia

La presenza di un incrociatore russo al largo delle coste pugliesi ha fatto nuovamente salire la tensione tra Russia e Nato: anche se si tratta di "schermaglie", ecco perché la flotta di Putin non va persa di vista

Cosa c'è dietro il passaggio dell'incrociatore russo in Puglia

Lo avevamo scritto un paio di giorni fa sul Giornale.it ed è suonato come un presagio: il via vai di navi e sottomarini russi nel Mediterraneo non passa inosservato ma, anzi, gli avvistamenti si fanno sempre più frequenti. L'incrociatore Varyag, poche ore fa, si trovava a 150 miglia dalle coste della Puglia ma tanto è bastato ad aumentare il livello di allerta e attenzione. A darne notizia sono stati alcuni siti specializzati che osservano il movimento della flotta di Putin mai così numerosa.

Qual è la rotta di Varyag

Tensione sì ma tutto sotto controllo: si tratta di schermaglie russe per far sentire la "presenza" e nulla più, fino a questo momento non c'è stata nessuna azione degna di nota. Adesso, come segnalato da The Shipyard, l'incrociatore sta facendo rotta su Creta ed è già distante almeno il doppio rispetto alla posizione segnalata nella giornata di ieri. La nostra Marina ne ha seguito attentamente e silenziosamente i movimenti, specialmente quando la nave militare russa, tra l'altro "gemella" del Moskva fatto affondare dagli ucraini sul Mar Nero, è arrivata alla massima vicinanza con le coste italiane tra Santa Maria di Leuca e il Golfo di Taranto, dove tra l'altro c'è la base più importante della Marina Italia. Casualità o coincidenza?

La base russa in Siria

Le nostre acque, però, sono sempre ben protette dalla Nato come dimostra la presenza della Truman battente bandiera statunitense che alcune settimane fa aveva fatto sosta al largo del porto di Trieste: insomma, per dirla in gergo si tratta di schermaglie e nulla di più, per adesso. C'è da dire, anche, che la rotta del Mare Nostrum per i russi è praticamente obbligata dal momento che la Turchia ha chiuso il Bosforo alle navi militari e l'unica base russa si trova a Tartus, in territorio siriano. Se da questo punto di vista Putin è "giustificato", l'enorme dispiegamento di forze trova meno ragioni di esistere anche rispetto al 2016 quando era presente soltanto una nave militare battente bandiera di Mosca. Adesso, invece, sono 18 più due sottomarini armati con missili.

"Vanno seguiti ovunque"

Al Corriere della Sera, l'ammiraglio Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare da fine 2021, ha messo in guardia sull'aumento progressivo di questa flotta marina: l'Italia deve comunque stare allerta e vigilare oltre a "scoprirli e seguirli ovunque". L'incrociatore, quindi, non è che la punta dell'iceberg del crocevia "dei traffici da Ovest a Est e viceversa, del passaggio delle navi mercantili dagli stretti" e, anche per questa ragione, c'è un così alto numero di navi di Paesi diversi come "nemmeno durante la Guerra Fredda", sottolinea Credendino.

Gli fa eco anche il nostro ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che ha appena firmato una direttiva sulla "Strategia di sicurezza e difesa per il Mediterraneo", mare cui è legata "a doppio filo la nostra sicurezza".

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