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Indonesia, islamici contro Instagram: "Incoraggia l'omosessualità"

Nello Stato-arcipelago stanno avendo luogo manifestazioni “anti-Instagram”, promosse dai leader maomettani con l’obiettivo di indurre il governo di Giacarta a “chiudere” tale applicazione web

Indonesia, islamici contro Instagram: "Incoraggia l'omosessualità"

In Indonesia sono attualmente in corso feroci proteste popolari, promosse dalle autorità musulmane, contro il social network Instagram. L’applicazione, ideata per consentire agli utenti principalmente di condividere foto, è stata infatti accusata dai leader religiosi del Paese asiatico di “veicolare oscenità”.

I moti contro il social network sono esplosi in seguito alla pubblicazione, proprio su Instagram, di diversi messaggi “a sostegno dei diritti degli omosessuali”. Nel Paese asiatico è infatti di recente apparso, sulla piattaforma incriminata, un account, denominato @Alpantuni, contenente post che esortavano gli Indonesiani a manifestare “maggiore tolleranza” nei confronti della comunità Lgbt. Nell’account in questione campeggiavano inoltre diverse vignette dirette a celebrare l’“amore omosessuale”.

Il contenuto di @Alpantuni ha immediatamente scatenato un putiferio nella nazione asiatica. Su impulso delle manifestazioni di protesta indette dagli imam locali, il controverso profilo Instagram è stato quindi prontamente rimosso dagli amministratori del social. Tuttavia, la tempestiva reazione dei vertici del sito Internet non è bastata a placare la collera dei fedeli musulmani.

Nello Stato-arcipelago continuano infatti i cortei “anti-Instagram”, promossi dai leader maomettani con l’obiettivo di indurre il governo di Giacarta a “chiudere” tale applicazione web. Ad avviso delle autorità religiose, il social network statunitense sarebbe un simbolo di “perversione e pornografia” e incoraggerebbe la “sodomia” e la “degenerazione dei costumi”.

Per il momento, l’esecutivo della nazione asiatica, guidato dal presidente Joko Widodo, non ha rilasciato commenti sullo “scandalo-@Alpantuni”, procurandosi di conseguenza, da parte degli ambienti musulmani, l’accusa di “pavidità”.

Il governo ha comunque assicurato di essere pronto, qualora le proteste popolari dovessero degenerare in "violenze di piazza", a "ristabilire con ogni mezzo la pace nel Paese".

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