Inutili i raid Usa, Kobane verso la resa

Le poche azioni aeree non fermano gli jihadisti. Erdogan lega il destino della città ai suoi disegni anti Assad

Inutili i raid Usa, Kobane verso la resa

Kobane, la Stalingrado dei curdi in Siria, è stritolata dalla morsa dei tagliatole dello Stato islamico. Le avanguardie jihadiste hanno già conquistato tre quartieri della città ad un passo dal confine turco facendo sventolare, per la prima volta, la bandiera nera del Califfato sotto il naso di un Paese Nato. Nelle ultime tre settimane i combattimenti hanno provocato 400 morti. I pochi raid aerei alleati si sono rivelati inutili e le truppe corazzate turche schierate sulla frontiera non hanno mosso un dito per salvare la città curda. I difensori, uomini e donne, continuano ostinatamente a combattere casa per casa.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato l'epitaffio della Stalingrado curda: «La città è sul punto di cadere». E i soldati della Mezzaluna bloccano i rinforzi. Ieri sono scoppiati incidenti con un morto per le manifestazioni di protesta contro la linea di Ankara, che non ama i curdi e si rifiuta di salvare Kobane. Erdogan ha chiarito che «il terrorismo non sarà fermato dai raid aerei e fintanto che noi non collaboreremo in vista di un'operazione di terra d'intesa con coloro che già combattono sul terreno». La cinica strategia del nuovo sultano è chiara: lasciamo crepare i curdi di Kobane per piegare la comunità internazionale, a cominciare dagli americani, ai nostri disegni. Il governo turco è disposto a combattere contro il Califfato se l'obiettivo è quello di abbattere il regime di Damasco assieme ad altri gruppi ribelli siriani. Il primo passo è la creazione di una no fly zone in territorio siriano, a ridosso del confine turco, per ospitare i profughi. A cominciare dagli oltre centomila curdi fuggiti nelle ultime settimane di fronte all'avanzata dello Stato islamico su Kobane. La zona cuscinetto servirà come piattaforma di lancio per un'offensiva finale contro l'esercito siriano.

Lo Stato islamico controlla al momento tre quartieri di Kobane: la zona industriale, Maqtala al Jadida e Kani Arabane, tutti nella zona orientale della città. Dall'8 agosto gli americani hanno lanciato appena 1768 sortite contro le postazioni jihadiste disseminate fra Siria ed Iraq. L'apporto alleato, dagli inglesi agli Emirati arabi, è ridicolo: appena 195 missioni. Nello stesso arco di tempo durante l'invasione dell'Iraq del 2003 erano scattati 29.200 raid per abbattere Saddam. Adesso risultano appena il 6% e poco incisivi.

Nel caos siriano è stato rapito padre Hanna Jallouf, parroco cattolico dell'area di Knayeh dove vivono 700 famiglie cristiane. L'area nel nord-ovest della Siria è passata dal controllo dello Stato islamico, che aveva rimosso le croci e proibito i rintocchi delle campane, al gruppo Al Nusra, costola di Al Qaida. Nel villaggio risiedono anche tre suore francescane, come il parroco rapito assieme ad altre 20 persone. L'italiana suor Patrizia è per fortuna sfuggita al sequestro.

I seguaci del Califfo continuano ad attirare aspiranti tagliagole da mezzo mondo. Ieri la polizia di Tokyo ha arrestato un giapponese di 26 anni, che stava partendo per la Siria. Lo studente dell'università di Hokkaido, pronto alla guerra santa, si è convertito all'Islam e avrebbe trovato un bando di arruolamento su una pubblicazione degli uiguri, la minoranza musulmana cinese.

A Londra sono stati arrestati quattro giovani sui vent'anni coinvolti in un'inchiesta sul terrorismo islamico. A Derna, città costiera libica nella Cirenaica, i miliziani locali sono sfilati con le bandiere nere dello Stato islamico inneggiando al Califfo Abu Bakr al-Baghdadi.

Il mito del Califfato fa proseliti anche in Asia Centrale. Le autorità dell'ex Repubblica sovietica del Kirghizstan hanno denunciato il reclutamento dello Stato islamico nella facoltà di medicina di Osh.

Alle studentesse vengono promessi vitto, alloggio ed un salario decoroso come infermiere sul campo in Siria. La prima a partire in luglio è stata una musulmana di 19 anni. Ed in Iraq i russi denunciano che i nuovi tagliatole hanno usato in settembre quattro volte il cloro per sperimentare attacchi chimici.

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