In Iran è stato di recente scoperto un nuovo giacimento di petrolio, che, a detta delle autorità locali, aumenterà di almeno un terzo le riserve di greggio di Teheran, con conseguente incremento della produzione nazionale di idrocarburi.
Ad annunciare la scoperta è stato direttamente il presidente Hassan Rouhani, durante un discorso nella città di Yazd, riportato dall’agenzia di stampa Fars News Agency e citato dalla Bbc.
Il capo dello Stato ha riferito che il nuovo giacimento si trova nella provincia del Khuzestan, nel sudovest del Paese nonché proprio al confine con l’Iraq, e avrebbe una superficie di 2400 chilometri quadrati. Il pozzo appena individuato si estenderebbe nel sottosuolo fino a 80 metri di profondità. Dal sito petrolifero si potrebbero ricavare, ha esultato Rouhani, 53 miliardi di barili di greggio e ciò renderebbe il giacimento del Khuzestan il secondo più grande dell’Iran, subito dopo quello di Ahvaz, che ha un potenziale di 65 miliardi di barili.
Nel suo discorso, il leader di Teheran ha poi affermato che, estraendo appena l’1% del petrolio custodito nel giacimento scoperto in questi giorni, le entrate per lo Stato aumenterebbero di ben 32 miliardi di dollari.
Egli, citato sempre dalla Bbc, ha quindi elogiato i tecnici nazionali che hanno scovato il pozzo in questione e si è contestualmente rivolto all’amministrazione Trump con tono di sfida: “Voglio dire al governo americano che, negli stessi giorni in cui Washington ci sanzionava impedendo la vendita del nostro petrolio, gli ingegneri iraniani sono riusciti a trovare un tesoro di 53 miliardi di barili di
greggio”. Rouhani, riferisce l'emittente panaraba Al Araby TV Network, ha in seguito presentato la scoperta del nuovo pozzo petrolifero come “un piccolo regalo del governo iraniano al suo popolo”.
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