Amar Hussein, è un miliziano dell'Isis finito prigioniero dei combattenti curdi durante gli scontri di Kirkuk, nello scorso ottobre. Durante l'intervista alla Reuters ha confessato senza alcun pentimento o dolore: "Ho stuprato più di duecento donne".
La confessione choc del miliziano
Il ragazzo nella sua confessione ha sostenuto che l'abuso sessuale sulle donne della minoranza yazida è "normale", rivelando inoltro come i comandanti locali incitavano i miliziani a violentare più donne possibili.
"E’ una necessità per i ragazzi. E’ normale" ha sottolineato Hussein. Lo stupro per l'Isis, soprattutto durante le avanzate delle milizie, diventava un vero e proprio rito. Gli stupri di casa in casa era sistematici. Hussei, reclutato dall'Isis nel 2013, ha spiegato come sia stato "addestrato" ad uccidere: "La prima volta è stato difficile, però giorno dopo giorno diventa sempre più semplice". Ordinaria amministrazione. Come lo erano le esecuzioni: "Sette, otto anche dieci alla volta – ha proseguito – li portavamo nel deserto e li ammazzavamo". Tutto "normale" secondo il terrorista.
Violenze sessuali frequentissime e sistematiche, tanto da essere definitiva, come fece un’inchiesta del New York Times del 2015, una "teologia della
stupro" per ogni membro dell'isis. Il reportage della testata giornalistica americana ha svelato come l'Isis pianificò nei minimi dettagli il rapimento e la violenza carnale di centinaia di donne, come riportato da FanPage.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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