Secondo quanto rivelato dal quotidiano britannico "The Independent", in Gran Bretagna, ci sarebbero detenuti minorenni tenuti in isolamento.
Una vera e propria accusa al sistema carcerario britannico, quella lanciata dall'edizione online del quotidiano inglese: una presunta violazione delle leggi nazionali e della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e i trattamenti crudeli. A riportalo, stamattina, è stata, inoltre, l'agenzia Nova. Un procedimento contro il governo, peraltro, sarebbe in corso all'Alta Corte ed i casi venuti fuori dall'inchiesta del giornale sarebbero oltre dieci, tra questi la vicenda particolarmente triste ed indecorosa che riguarderebbe un adolescente con un grave disagio mentale. Un ragazzo che sarebbe stato posto in isolamento all'interno di diverse strutture per un periodo complessivo di sei mesi, fatto che gli avrebbe comportato un ulteriore ed evidente danno di tipo psicologico. I rapporti di ispezione, inoltre, suggerirebbero che il tenere in isolamento questi bambini abbia contribuito a far sì che alcuni tra essi si siano spinti sino all'autolesionismo.
Alcuni parlamentari, dunque, hanno richiesto un'indagine urgente del governo nel merito di questa vicenda, considerato che quanto emerso, l'isolamento di questi adolescenti, potrebbe violare sia la già citata Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite sia la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo per un importo di "trattamento inumano e degradante". Tra questi il leader liberaldemocratico Tim Farron, il quale ha dichiarato: "Queste sono accuse incredibili che volano a fronte degli obblighi della Gran Bretagna sia a livello nazionale, a livello europeo e internazionale. L'uso di isolamento dovrebbe essere ridotto al minimo indispensabile senza distinzione di età, ma è incomprensibile per i minori ".
L'articolo 16 della Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite, ricorda sempre il The Indipendent, rileva imponendo giuridicamente che i governi debbano evitare "atti di trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti", verificatesi per mano dei funzionari.
I giovani messi in isolamento avrebbero un'età compresa tra i 15 e i 18 anni. Si è avviato così un dibattito tra l'utilizzo del termine "segregazione" e quello del termine "isolamento". Se, infatti, il ministero della Giustizia pare abbia sostenuto che la "segregazione" viene messa in atto in funzione della loro sicurezza che può coinvolgere anche l'isolamento ma non per periodi di tempo previsti classicamente per esso, alcuni avvocati, di contro, sostengono che la "segregazione" si concretizzerebbe in via sostanziale in un vero e proprio isolamento. La posizione ufficiale del governo, insomma, secondo il The Indipendent sarebbe che questo presunto isolamento in realtà non esisterebbe. Il The Indipendent elenca, poi, una serie di investigazioni che contribuirebbero a sostenere la tesi per cui questi fatti avvengano realmente. Il quotidiano britannico, dunque, aspetta che il procedimento faccia il suo corso per dare ulteriori specificazioni ed intanto segnala che secondo quanto previsto dal diritto internazionale dei diritti umani, si definisce isolamento "il confinamento dei prigionieri per 22 ore o più al giorno, senza contatto umano significativo".
Il governo, in definitiva, tiene botta ed insiste sul fatto che la segregazione, non dunque l'isolamento, venga usato come extrema ratio nel caso in cui nessun'altra misura fosse possibile.
Un'inchiesta destinata a far parlare, specie nel caso in cui le asserzioni in merito del quotidiano britannico trovassero fondamento ed il procedimento contro il governo presso l'Alta Corte finisse per dare ragione al The Indipendent.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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