Mondo

L’Etiopia trema: dopo l’assassino del cantante icona, 230 morti e tumulti in tutto il paese

L'Uccisione di Hachalu Hundessa considerato una vera e propria icona in Etiopia ha scatenato quasi una guerra con centinaia di morti e migliaia di persone arrestate

L’Etiopia trema: dopo l’assassino del cantante icona, 230 morti e tumulti in tutto il paese

Non si placa la protesta popolare in Etiopia dopo l’uccisione avvenuta il 29 giugno ad Addis Abeba del musicista e attivista oromo Hachalu Hundessa. Il 30 giugno migliaia di persone erano scese in piazza vicino all’ospedale dove era in corso l’autopsia del cantante, per protestare e far ascoltare la propria voce contro questo atto considerato dalla popolazione vile.

Il cantante 34 enne aveva milioni di follower che lo seguivano a tal punto che il suo corteo funebre è stato trasmesso dal vivo sul canale locale "Oromia media network" per impedire che la popolazione si accalcasse per la strada. La cosa non è però piaciuta alle autorità che sono intervenute e la Polizia con un bliz ha distrutto la sede dell’emittente arrestando alcuni collaboratori.

A renderlo noto Kitaba Megersav del consiglio di amministrazione dell’emittente: “Alcuni dipendenti sono riusciti a sfuggire alla polizia, ma altri sono stati arrestati nel corso della perquisizione o all’esterno, mentre seguivano le manifestazioni di cordoglio”. Il governo ha inoltre bloccato l’accesso a internet in tutto il paese, per cercare di contenere le proteste e per bloccare il flusso d’informazioni. “Nessuno è al di sopra della legge”, ha dichiarato il commissario di polizia Endeshaw Tassew.Il gruppo di detenuti guidato da Jawar Mohammed aveva cercato di far seppellire il corpo ad Addis Abeba, contro la volontà della famiglia. Un poliziotto è stato ucciso da una persona dell’entourage di Jawar nel corso di una violenta colluttazione”.

La responsabile di Human rights watch per il Corno d’Africa, Laetitia Bader, ha dichiarato: “Le autorità etiopi dovrebbero cercare di dare una risposta alle proteste scoppiate ad Addis Abeba e in altre città e villaggi dopo l’uccisione del famoso cantante oromo Hachalu Hundessa. Dovrebbero intervenire urgentemente per ridurre le tensioni e fare in modo che le forze di sicurezza non peggiorino una situazione già molto tesa. Il governo dovrebbe ordinare agli agenti di evitare il più possibile il ricorso alla forza e di non effettuare arresti arbitrari, per esempio di manifestanti, come è successo in passato”.

Il cantante era una personalità molto forte e amata nel paese e usava la musica in difesa dei diritti degli oromo, il gruppo etnico più numeroso del paese, tanto da finire lui stesso nei primi anni 2000 in carcere insieme a migliaia di altre persone. In ogni caso nonostante i massicci interventi della Polizia, non si placa però la rabbia degli etiopi così come riportato dal sito Africa-Express che racconta di come solo negli scontri della scorsa settimana abbiano peso la vita 239 persone: 215 civili, 9 poliziotti e 4 membri delle milizie.

Un rigurgito di violenza mai visto dopo l’insediamento di Abiy Ahmend come primo ministro nel 2018 in seguito alle dimissioni del suo predecessore Hailé Mariàm Desalegn.

Queste manifestazioni popolari vanno ad aggravare la già fragile situazione dal paese devastato dall’epidemia di Covid che ha fatto anche slittare, a data da destinarsi, le elezioni generali previste per aprile.

Commenti