È stato tra gli ultimi ad aver cenato e pranzato con la Regina Elisabetta a suon di pesce, agnello e vitello, tra gli ultimi pasti prima della scomparsa della monarca giovedì scorso. Il privilegio è stato concesso al reverendo Iain Greenshields, 68 anni, ambasciatore dell'Assemblea Generale della Chiesa di Scozia. A Balmoral, infatti, lo scorso fine settimana è stato invitato da Sua Maestà in persona con la quale ha chiacchierato di diversi argomenti senza aver alcun sentore di quello che sarebbe accaduto soltanto pochi giorni dopo.
"Stava bene..."
In un'intervista concessa a Repubblica, il reverendo ha detto di non aver avuto "alcun segnale che potesse lasciarci, e così in breve tempo. Sabato e domenica, quando abbiamo mangiato insieme, stava bene. Era sempre coinvolta, in ogni conversazione diceva sempre la sua". Chiaramente, si trattava comunque di una donna quasi centenaria, 96 anni, con gli acciacchi e le fragilità dovuti all'età. Però, durante il loro incontro, "era incredibilmente sveglia e acuta, una mente incredibile. Mai avrei pensato che sarebbe morta poco dopo", sottolinea Greenschields.
L'importanza del cristianesimo
È chiaro che tra i due ci fosse conoscenza e stima, visto che la Regina risiedeva a Balmoral spesso e volentieri. Infatti, argomento del pranzo domenicale era l'omelia che il prete aveva appena celebrato durante la messa. "Mi ha raccontato di quanto fosse importante per lei la fede cristiana. Poi ha chiesto cosa stessimo facendo nella Chiesa di Scozia e quali sono le principali attività previste per i prossimi mesi". Una persona attiva e che aveva, con lo scorrere del tempo, un rapporto quasi simbiotico: probabilmente non temeva la morte, anche per questo motivo è arrivata serena all'appuntamento con la fine della vita terrena, argomento di cui il reverendo aveva parlato ai fedeli nella messa domenicale. "Ma lei non ha aggiunto nulla di specifico, al di là di quanto la fede l'abbia sempre sostenuta e le abbia dato speranza in ogni sfida di fronte".
L'affetto per il padre e Filippo
Tra la cena e il pranzo del giorno successivo c'è stato modo per discutere anche di temi personali: Elisabetta II era molto legata al padre, Giorgio VI, e davanti al reverendo ha ricordato come fosse felice, da piccola, insieme ai suoi genitori e i ricordi per la sua più grande passione, i cavalli. "Dalle sue parole, è stato subito evidente come questa tenuta fosse il luogo della pace per lei". Balmoral, infatti, non aveva eguali: ne era assolutamente innamorata. E alla Regina i luoghi sfarzosi non mancavano di certo. "Sua Maestà sabato sera mi ha detto 'venga a guardare!', e siamo andati alla finestra a vedere i giardini della tenuta, ha parlato di 'come fossero belli, ben curati' e di come lei fosse orgogliosa di tutto ciò", ha raccontato a Repubblica l'ambasciatore scozzese.
Nessuna domanda privata se non fosse Elisabetta stessa ad affrontare l'argomento: e così, a un certo punto, ha ricordato il consorte Filippo nell'episodio delle cornamuse che risuonavano durante il funerale a Windsor. Il figlio Carlo, adesso re d'Inghilterra, non è mai stato menzionato.
Una delle cose che più ha colpito il reverendo, però, era l'attaccamento per la sua nazione e "la sua visione globale. L'amore per il Commonwealth. Sua Maestà mi ha parlato del privilegio che ha provato nel servire non solo il Regno Unito, ma tante altre nazioni e comunità così diverse", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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