C'è pure Saja al-Dulaimi tra gli ostaggi liberati oggi dall'esercito libanese e consegnati agli uomini del Fronte al-Nusra, la fazione siriana di al-Qaida. Uno scambio, quello avvenuto al confine tra i due Paesi che ha rimesso in libertà la donna, un tempo sposata con Abu Bakr al-Baghdadi, e ai suoi tre figli.
Saja al-Dulaimi era la moglie del Califfo prima che lui stesso si attribuisse questo titolo. Sono passati almeno sei o sette anni, lei stessa a raccontarla, dal giorno in cui i due divorziarono. Allora, era 2009, se non il 2008, il sedicente Stato islamico era ancora un progetto ben lontano dalla sua realizzazione e non era ancora avvenuta la rottura con i jihadisti di al-Qaida.
Proprio agli uomini di al-Qaida è stata consegnata la Dulaimi, che sostiene di avere un fratello arruolato con i miliziani. Una questione che non stupisce, se si pensa che al-Nusra, almeno fino alla rottura tra al-Baghdadi e al-Golani, che dei jihadisti siriani è il leader, era la costola in Siria di al-Qaida nell'Iraq, la vecchia formazione di al-Zarkawi, e poi del Califfo Abu Bakr.
Difficile pensare che al-Baghdadi fosse poi molto diverso quando la donna era sua moglie. "Sei o sette anni fa", quando avrebbero divorziato, lui era già stato a Camp Bucca, il campo di dentenzione da cui sono passati molti che poi hanno ingrossato le file del jihad e dell'Isis. Ma "non era quello di oggi", si ostina a dire. E di certo va riconosciuto alla Dulaimi che no, non aveva il potere che ha oggi.
Dopo mesi di negoziati con la mediazione del Qatar, tra i Paesi del Golfo quello più vicino a tutta una serie di organizzazioni islamiste, sedici soldati libanesi e tredici miliziani sono stati rilasciati e riconsegnati rispettivamente alle forze armate libanesi e ad al-Qaida, passando per
le mani della Croce rossa. Nelle mani dei jihadisti rimangono tuttavia altri nove militari.La Dulaimi ha le idee chiare sul suo futuro. Vuole tornare a Beirut, capitale del Libano. Poi spostarsi in Turchia e lì rimanere.
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