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Libia sprofonda nel caos. A Derna scontri tra Isis e un gruppo di islamisti

È di almeno 20 combattenti uccisi il bilancio degli scontri scoppiati a Derna, nell'est della Libia, fra militanti dello Stato islamico e un'altra forza islamista nota come Majlis al-Shura

Libia sprofonda nel caos. A Derna scontri tra Isis e un gruppo di islamisti

È di almeno 20 combattenti uccisi il bilancio degli scontri scoppiati a Derna, nell'est della Libia, fra militanti dello Stato islamico e un'altra forza islamista nota come Majlis al-Shura. Lo riferiscono fonti mediche. Secondo quanto raccontano i residenti, gli scontri sono esplosi dopo che il leader di Majlis al-Shura è stato ucciso, pare per essersi rifiutato di prestare fedeltà al leader dell'Isis Abu Bakr al-Baghdadi, e il gruppo islamista ha dichiarato la jihad, o guerra santa, contro lo Stato islamico. Secondo le fonti mediche, fra le vittime ci sono tre leader di Majlis al-Shura, fra cui Salem Derbi, mentre le altre vittime sono combattenti dell'Isis.

La Libia è nel caos dal momento che coesistono due governi, uno con sede a Tripoli e l'altro con sede a Tobruk, e lo Stato islamico attacca le forze di entrambi i governi nel tentativo di prendere il controllo della maggior parte del territorio. I due governi inoltre si contrastano a vicenda per il controllo della produzione petrolifera, e ne consegue un vacuum di potere a quattro anni dalla cacciata di Muammar Gheddafi.

Il governo ufficiale, riconosciuto internazionalmente, è quello con sede a Tobruk, perché ad agosto la capitale Tripoli è stata conquistata dal gruppo Alba libica, legato agli islamisti, che vi ha insediato la sua amministrazione.

Cina, Francia, Germania, Italia, Federazione Russa, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti d’America e l’Unione Europea si sono riuniti a Berlino, a livello alti funzionari, con i delegati libici che partecipano al dialogo politico sponsorizzato dalle Nazioni Unite, alla presenza dell’inviato speciale Bernardino Leon. All’incontro è intervenuto il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier. Tutti i partecipanti alla riunione - si legge in una nota - hanno rinnovato il loro forte impegno per la sovranità, l’indipendenza, l’integrità territoriale e unità nazionale della Libia, richiamando la dichiarazione del Consiglio di Sicurezza del 23 luglio 2014 e le risoluzioni n. 2174 (2014), 2213 (2015), 2214 (2015). I governi e l’Ue hanno espresso il loro inequivocabile sostegno al dialogo politico guidato da Leon e alle sue proposte per raggiungere un compromesso. Hanno elogiato il continuo impegno delle delegazioni libiche nel processo di dialogo e hanno ribadito con chiarezza la convinzione che un accordo politico inclusivo sia l’unica soluzione sostenibile alla crisi politica della Libia. Essi hanno inoltre ribadito che le sfide con cui la Libia è chiamata a confrontarsi potranno essere affrontate e superate in maniera efficace da una Libia unita in partnership con la comunità internazionale I governi e l’Ue hanno reso omaggio alla dedizione e all’impegno di tutti i partecipanti al dialogo politico e agli altri "track" del processo di pace.

Hanno espresso soddisfazione per l’ampio sostegno di cui il processo politico gode tra la popolazione libica, e per il diversificato contributo al processo da parte della società civile libica. Hanno elogiato inoltre le importanti iniziative avviate da alcune municipalità per raggiungere cessate il fuoco locali, definire scambi di prigionieri e il rilascio di detenuti, e consentire il rientro degli sfollati. I governi e l’Ue hanno fatto appello ai leader libici a cogliere l’opportunità di riunirsi sotto l’egida dell’Onu con urgenza e in buona fede per suggellare un accordo politico che definisca un cessate il fuoco generale, porti alla creazione di istituzioni politiche inclusive, in particolare un governo di Concordia Nazionale (GCN), e definisca gli accordi di sicurezza transitori. Hanno esortato tutte le parti libiche a superare gli ultimi ostacoli in vista del raggiungimento dell’accordo, a favorire un clima idoneo per una soluzione duratura e inclusiva al conflitto, a cessare immediatamente ogni ostilità e a scongiurare ogni iniziativa che possa minare il buon esito del processo politico. Allo stesso tempo, hanno sottolineato la propria determinazione a mettere in atto misure appropriate nei confronti di chi minaccia la pace, la stabilità e la sicurezza della Libia, o intralci il completamento della transizione politica. Nel comunicato conclusivo si ribadisce l’impegno a lavorare con una Libia unita e pacifica in uno spirito di partenariato; che un governo inclusivo di concordia nazionale creerebbe le condizioni per un partenariato in numerosi settori. I partecipanti hanno specificato che la comunità internazionale è pronta a fornire un significativo sostegno all’esecutivo in settori da concordare contribuendo, su richiesta dello stesso esecutivo e sotto la sua primaria responsabilità, alle misure di sicurezza transitorie, al sostegno nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata, a lavorare insieme sul tema delle migrazioni irregolari nel pieno rispetto della sovranità libica e dei diritti delle persone colpite, al contempo intraprendendo importanti sforzi nel consolidamento istituzionale e nel sostegno alla ripresa economica e sociale del Paese.

Gli alti funzionari hanno incontrato infine i rappresentanti di Algeria, Ciad, Egitto, Marocco, Niger, Sudan e Tunisia manifestando apprezzamento per gli sforzi dei loro Paesi, dell’Unione Africana e di altri attori, a sostegno del processo guidato da Bernardino Leon.

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