Guerra in Ucraina

"Rapporti fortemente degradati": l'ira di Mosca contro l'Italia

La Russia indispettita per il sostegno dell'Italia all'Ucraina: "Mandare armi pesanti a Kiev? Logica strana. Così verranno uccisi civili e militari russi e questo non gioverà alle nostre relazioni"

"Rapporti fortemente degradati": l'ira di Mosca contro l'Italia

Fin dall'inizio del conflitto militare l'Italia ha preso una posizione nettissima, schierandosi al fianco dell'Ucraina e condannando l'operazione di Vladimir Putin. Il che ha inevitabilmente indispettito Mosca, che tra l'altro non si aspettava una risposta così compatta da parte dell'Occidente. Il sostegno del nostro Paese a Kiev è ancora motivo di malumori da parte della Russia: non a caso già nelle scorse settimane erano arrivate parole dal tono minaccioso verso l'Italia, senza risparmiare il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Il governo guidato da Mario Draghi continua a perseguire la strada intrapresa da subito e ciò sta facendo irritare ulteriormente Mosca.

L'ira di Mosca

A parlare di gelo nei rapporti è l'ambasciatore russo in Italia Serghei Razov che, intervenuto a Stasera Italia su Rete 4, ha fatto sapere "con rammarico" che lo stato dei rapporti bilaterali "è in forte degrado e non dipende da noi". A far discutere è stata l'espulsione di 30 diplomatici russi, per cui la Russia ha garantito che ci sarà "una risposta adeguata" nel breve periodo. La decisione del nostro Paese era stata giustificata da "motivi di sicurezza nazionale".

Ma non c'è solo questo precedente: Mosca usa toni di avvertimento anche per quanto riguarda il sostegno militare all'Ucraina. Il fatto che per cercare di raggiungere la pace vengano mandate armi pesanti viene giudicato da Razov come "una logica strana". Perciò, rivolgendosi alle autorità italiane, ha voluto sottolineare che con l'invio di queste armi "verranno uccisi civili e militari russi". Una mossa che "non gioverà alle nostre relazioni", come è lecito aspettarsi. "Ma non tutti gli italiani sono a favore di queste misure", ha aggiunto l'ambasciatore.

Le sanzioni

Serghei Razov non ha nascosto che le sanzioni stanno effettivamente innescando delle difficoltà ai danni della Russia, ma ha voluto far notare che le ritorsioni economiche stanno colpendo anche chi le ha prodotte. Pertanto ha ribadito il concetto per cui le sanzioni "sono un'arma a doppio taglio", dicendosi sicuro "che noi resteremo in piedi".

In serata Valdis Dombrovskis, vicepresidente della commissione europea, non ha escluso la possibilità di approvare un sesto pacchetto di sanzioni con incluse misure sull'energia entro il prossimo mese: "È plausibile". Dombrovskis ritiene che sia indispensabile "un sostegno unanime da parte di tutti i membri". Al vaglio ci sono anche sanzioni finanziare.

Fonti europee fanno sapere che la prossima settimana potrebbero essere messe in campo altre misure contro Mosca: potrebbe rientrare lo stop all'import del petrolio (anche se sulle modalità i lavori sono in corso), oltre che l'allargamento della lista delle banche russe escluse dal sistema Swift.

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