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L'Irlanda piange Peggy O'Hara, la "mamma dei repubblicani"

L'Irish National Liberation Army, un gruppo armato ancora attivo in Irlanda del Nord, marcia per il funerale di Peggy O'Hara

L'Irlanda piange Peggy O'Hara, la "mamma dei repubblicani"

Basco nero, sciarpa a coprire il viso e occhiali da sole. È la divisa dell’"Irish National Liberation Army" (Inla) - un gruppo armato ancora attivo in Irlanda del Nord – che sabato 18 luglio ha salutato per l’ultima volta a Derry, Peggy O’Hara, madre di Patsy O’Hara, il militante repubblicano morto a soli 23 anni, nella tarda serata del 21 maggio del 1981 nei blocchi H della prigione di Long Kesh durante l’Hunger strike, dopo 61 giorni di sciopero della fame. Assieme a lui, a causa di questa estrema protesta iniziata per richiedere lo status di prigionieri politici, morirono altri nove giovani nazionalisti.

Peggy O’Hara è da sempre stata una repubblicana attiva in sostegno dei pows, i prigionieri di guerra irlandesi – anche viaggiando in diversi Paesi del mondo per raccontare quello che stava succedendo nella sua martoriata terra - e della causa nazionalista. Ed insieme alle famiglie degli altri martiri di Long Kesh, aveva sofferto la decisione del figlio di intraprendere quella che poi fu la sua ultima battaglia per il suo popolo. Ma aveva anche compreso l’importanza di quella scelta tanto drammatica: "All’inizio, quando mio figlio aderì allo sciopero della fame, pensai che avrebbero ottenuto quello che giustamente chiedevano, perché non domandavano poi così tanto. Non c’è bisogno di dire che fui molto contrariata e tutto il resto. Non serviva a niente che io stessi dietro le quinte e lasciassi andare il figlio di qualcun altro. Il figlio di qualcuno doveva farlo e il caso volle che fossi io la madre di quel figlio".

La sua morte ha avvicinato molta gente di diversi gruppi che lottano per la causa repubblicana e molte persone sono arrivate a Derry per portargli l’ultimo saluto. Sabato 18 luglio, tutti insieme si sono recati alla Longtower Church dove si è tenuta una messa in sua memoria e poi un corteo funebre – dove hanno marciato in divisa militare molti appartenenti dell’Inla - è arrivato al City Cemetery. In precedenza, giovedì 16 luglio, alcuni paramilitari dell’organizzazione armata, avevano salutato Peggy O’Hara sparando tre colpi in aria nel cielo di Derry sopra al suo feretro, coperto dal tricolore irlandese e della bandiera dello Starry Plough, lo storico simbolo del socialismo nella verde isola. Lo stesso saluto militare che l’Inla aveva fatto a suo figlio nel 1981.

La partecipazione dei volontari repubblicani in divisa militare alla cerimonia funebre ha scatenato l’ira dei politici unionisti. Ma non solo, anche Martin McGuinness, ex membro dell’Ira e ora vice primo ministro, ha criticato con un messaggio su twitter la presenza di uomini in stile paramilitare: "Onorato di aver partecipato al funerale di Peggy O’Hara. Gli uomini a volto coperto che marciavano hanno mostrato poco rispetto per la memoria di tale donna". Critiche che sono state immediatamente rimandate al mittente dalla famiglia. "La parata e il saluto militare erano in linea con i suoi desideri", ha detto Edel Kelly, nipote di Peggy O’Hara. "Il politico dello Sinn Féin era stato chiaramente informato che non era il benvenuto né al funerale né alla veglia".

Intanto il "Police Service of Nothern Ireland" (Psni), ha aperto un’indagine sulla partecipazione dei membri dell’Inla al funerale. E ieri ha effettuato diverse perquisizioni, compresa quella nella casa della veterana repubblicana.

Perquisizioni che, di certo, non fermeranno il ricordo a Peggy O’Hara e la voglia di libertà del suo popolo.

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