L'Oceano Atlantico è la nuova rotta dei profughi

Sempre più profughi salpano a bordo di gommoni e piccole barche dalle coste africane per raggiungere le Canarie

L'Oceano Atlantico è la nuova rotta dei profughi

Mar Mediterraneo e migranti, un tragico binomio di una nota tragedia, tra chi cerca di raggiungere le coste europee e le acque del Mare Nostrum. Le carrette del mare e la disperazione, dal Nord Africa all'Italia, dalla Turchia alla Grecia. Le rotte mediterranee sono divenute il proscenio su cui è iscritta la cronaca quotidiana della fuga umana. Ma c'è anche un altro mare, o meglio un Oceano che è divenuto anch'esso il teatro degli arrivi dei profughi. Dalle coste dell'Africa centinaia di persone stanno infatti affrontando nell'ultimo mese le correnti atlantiche per raggiungere l'Europa, per l'esattezza le Isole Canarie. Nei soli mesi di settembre e ottobre infatti sono approdati sulle coste africane oltre 270 migranti, più che in tutto il 2012 quando furono 173, nel 2013 196 e nel 2014, 251.

Barche improvvisate e gommoni prendono il largo dalle coste africane. Un viaggio notturno e a bordo principalmente rifugiati provenienti dall'Africa ma alcuni anche dalla Siria.

A inizio ottobre sbarcarono a San Bartolomé de Tirajiana 15 persone di cui quattro bambini e tre donne, due siriane e una in sedia a rotelle. Ieri invece una nuova barca è arrivata a Los Cristianos. Diciotto uomini a bordo, salvati dall'intervento della guardia costiera.

Dopo i muri a Ceuta e Melilla e i controlli sempre più serrati delle autorità spagnola per impedire l'afflusso di uomini, donne

e bambini dall'Africa alla Spagna, una rotta sino ad ora battuta con meno insistenza sta diventando adesso una nuova pista per raggiungere l'Europa, a dorso di carrette su un mare di speranza, di sogni ma anche di sangue.

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