Il mostro di Loch Ness torna prepotentemente d'attualità: la creatura leggendaria che abiterebbe le acque dell'omonimo lago scozzese vive un altro capitolo della sua storia fatta di presunti avvistamenti, ricerche e teorie.
Cosa ha rilevato la tecnologia
Questa volta, però, l'avvistamento sarebbbe stato puramente strumentale grazie ad un radar sottomarino: come riporta il quotidiano Edinburgh Live, il signor Brandon Scanlon, nominato dal registro ufficiale degli avvistamenti del mostro di Loch Ness, afferma di aver registrato un'immagine radar di una creatura che potrebbe essere lunga tra i 3-4 metri (circa 9-13 piedi) sott'acqua ad una profondità di circa 20 metri mentre stava viaggiando sulla nave "Nessie Hunter", usata per trasportare i passeggeri durante i viaggi intorno al Loch. Secondo il registro, l'ultimo avvistamento è avvenuto il 26 agosto scorso: "Benjamin Scanlon ha notato qualcosa sul sonar sulla barca e ha catturato l'immagine".
La creatura catturata dal radar
Come si può osservare nell'immagine allegata in fondo al pezzo e catturata dal radar, il mostro avrebbe una forma allungata simile ad un'anguilla gigante. Come al Giornale avevamo scritto in una precedente occasione, una squadra di scienziati di varie nazionalità ha prelevato e campionato il DNA ambientale delle acque del lago ed identificato piccoli resti genetici con l'elenco di tutte le forme di vita che popolano le acque di Loch Ness. Le segnalazioni della presenza della della creatura sono aumentate vertiginosamente negli ultimi mesi: già tre avvistamenti soltanto quest'estate. Oltre a quella già citata, la più importante, il signor Veacock ha affermato di aver visto una creatura non identificata alzarsi a due piedi dall'acqua prima di tornare in profondità mentre si trovava in vacanza alla fine del mese scorso. In un'altra occasione, invece, un padre e una figlia hanno affermato di aver visto Nessie muoversi nell'acqua mentre facevano un'escursione nelle vicinanze.
Avvistamenti dal VI secolo
Un team di volontari appassionati della vicenda possiede un registro che classifica gli avvistamenti del plesiosauro fin dalla prima descrizione nel VI secolo, quando si dice che San Colombano, monaco missionario ed evangelizzatore irlandese vissuto tra il 540 ed il 615 dopo Cristo, avesse incontrato un animale gigantesco. In totale, sono stati oltre mille gli avvistamenti del mostro registrati dal Centro apposito, l’Official Loch Ness Monster Sighting Register, e continuano ad un ritmo di circa dieci all’anno. "Di questi avvistamenti ci sono circa quattro spiegazioni principali. La nostra ricerca essenzialmente sconta la maggior parte di queste teorie, tuttavia una teoria rimane plausibile", aveva affermato il Prof. Neil Gemmell dell'Università di Otago, in Nuova Zelanda. Come detto, l'ipotesi di cui si fa riferimento è quella dell'anguilla. "Esiste una quantità molto significativa di DNA di anguille. Le anguille sono molto abbondanti a Loch Ness.
I nostri dati non rivelano le loro dimensioni, ma la grande quantità del materiale dice che non possiamo scartare la possibilità che potrebbero esservi anguille giganti a Loch Ness", spiega l'esperto. Che si tratti di anguilla gigante o no, una "tradizione" iniziata più di 1.400 anni, probabilmente, continuerà ad accompagnarci ancora a lungo con avvistamenti, congetture e tanta fantasia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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