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L'Olanda si inventa il commissario al #MeToo: è il primo in Europa

L'Olanda avrà il suo commissario al #MeToo: si tratta di Mariette Hamer, ex leader del partito laburista. È la misura adottata dal governo per fronteggiare i recenti scandali sessuali

L'Olanda si inventa il commissario al #MeToo: è il primo in Europa

L'Olanda avrà il suo commissario al #MeToo. Martedì, infatti, il governo di Mark Rutte ha nominato un commissario ad hoc per affrontare "abusi e intimidazioni sessuali" a seguito di una serie di scandali di molestie sessuali che hanno scosso i Paesi Bassi negli ultimi tempi. Fra questi, il caso del direttore sportivo del club dell'Ajax, Marc Overmars, costretto a dimettersi dopo aver inviato messaggi "inappropriati" a diverse donne dello staff e, soprattutto, le decine di accuse di violenza sessuale mosse contro persone legate al talent show televisivo, The Voice of Holland. Nello specifico, la polizia olandese ha ricevuto cinque denunce di abusi e circa venti denunce di "comportamenti inappropriati e sessualmente trasgressivi" da parte del personale dello show, sospeso nelle scorse settimane dalla rete televisivas Rtl. Per quanto riguarda Overmars, le dimissioni sono arrivate nelle scorse ore: "Certamente, per qualcuno nella mia posizione, questo comportamento è inaccettabile. Ora lo vedo anche io. Ma è troppo tardi. Non vedo altra opzione che lasciare l'Ajax", ha dichiarato in una nota diffusa dal club.

Olanda, ecco il commissario al #MeToo

I recenti scandali di presunti abusi sessuali hanno sollevato un polverone tale che il mese scorso, centinaia di persone hanno organizzato una manifestazione #MeToo ad Amsterdam per chiedere una maggiore azione del governo nel contrastare gli abusi sessuali. Da qui l'iniziativa del governo olandese, che ha deciso di correre ai ripari individuando un commissario al #MeToo, che avrà il compito di affrontare il tema delle molestie sessuali e della cattiva condotta sul posto di lavoro. Mariette Hamer, un'ex leader del partito laburista, ha ricevuto l'incarico dal governo e presenterà un piano d'azione nazinale per affrontare il tema che sta facendo discutere l'opinione pubblica dei Paesi Bassi. Queste le sue prime dichiarazioni: "I cambiamenti culturali non sono mai facili" ha detto Hamer. "Ma dobbiamo sfruttare questa seconda ondata di #Metoo per una soluzione strutturale".

Sul caso è intervenuto anche un alto rappresentante del governo: "I recenti casi nel mondo dello sport e della televisione ci mostrano che l'origine del movimento #MeToo è ancora viva nel nostro Paese", ha affermato Robbert Dijkgraaf, ministro dell'Istruzione, della cultura e della scienza. "Questo deve cambiare". "Stiamo lavorando a un cambiamento culturale in cui nessuno distoglie lo sguardo e in cui le persone si ritengono reciprocamente responsabili per i comportamenti sbagliati. Perché ogni vittima di comportamenti sessualmente trasgressivi e violenze sessuali è una di troppo", ha aggiunto.

Il rischio di una barbaria giustizialista nel nome del politically correct

La figura del "commissiario al #MeToo" individuata dal governo olandese attraverso un'azione bipartisan, su spinta del ministero a Istruzione, salute e scienza, presieduto da Robbert Dijkgraaf e degli Affari sociali e occupazione, guidato da Karien van Gennip, rappresenta un unicum in Europa, una figura del tutto inedita che nessuno stato europeo aveva adottato fino ad oggi. La domanda è: davvero è necessaria una figura di questo tipo? Per i crimini sessuali, esiste infatti la giustizia penale ordinaria: saranno infatti i tribunali a stabilire se le persone accusate sono colpevol o meno.

Che cosa può portare un commissario ad hoc, in più? Nuove normative che rischierebbero di essere del tutto controproducenti? Magari dando vita a continui processi sommari e mediatici contro persone che, fino a prova contraria, sono - ad oggi - innocenti? Il rischio, concreto, di sprofondare in un clima di barbaria giustizialista e di paranoia nel nome del correttezza politica è dietro l'angolo.

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