Tre ministri accusati di abusi sessuali: bufera a Londra

Tre ministri conservatori sono accusati di abusi sessuali. Non è la prima volta che il governo britannico si trova immischiato in fatti del genere

Tre ministri accusati di abusi sessuali: bufera a Londra

Un’altra bufera si sta abbattendo sul governo di Boris Johnson. Se prima era sotto accusa per il partygate in cui erano state violate le normative anti-Covid, adesso invece si parla di abusi sessuali che coinvolgono tre ministri conservatori e due ministri ombra. In Gran Bretagna i ministri ombra hanno gli stessi incarichi degli altri, ma sono tra le fila dell’opposizione. Tutti accusati di abusi sessuali. In tutto il Parlamento i deputati segnalati all'Independent Complaints and Grievance Scheme sono 56, su un totale di 70 denunce. Il 19 luglio 2018, la Camera dei Comuni ha approvato il Codice di comportamento e le politiche e le procedure relative al bullismo, alle molestie e alle molestie sessuali stabilite nel rapporto di consegna del sistema indipendente di reclami e reclami, Icgs, pubblicato il 17 luglio.

I precedenti

In passato, sempre per molestie sessuali, si era dimesso il ministro della Difesa del governo britannico May Michael Fallon ed era stato arrestato il deputato conservatore Charlie Elphicke. Adesso invece, al centro ci sarebbero sia dei commenti a sfondo sessuale, ma anche denunce più serie. Secondo quanto riportato dal Sunday Times, una di queste denunce includerebbe un reato e riguarderebbe un parlamentare. Costui avrebbe corrotto un membro dello staff in cambio di favori sessuali. Questo fatto, come sottolineato dal segretario generale del sindacato Fda Dave Penman, rappresentante dei dipendenti pubblici, significherebbe che ancora non vi è equilibrio tra il potere che hanno i deputati nei confronti del loro staff, nonostante le cose siano comunque migliorate. Come riportato da Il Messaggero, Penman ha anche asserito che “non è una sorpresa che le circostanze che in passato hanno permesso a bullismo e molestie di crescere in questo ambiente non siano di fatto cambiate in questi anni”. Secondo l’esperto sarebbe necessario rivedere la relazione tra i deputati e coloro che li supportano, in modo da creare un modo per proteggere i dipendenti nell'esercizio delle loro funzioni, che sono fondamentali al supporto degli incarichi dei vari parlamentari.

Le accuse

A definire sconvolgente il numero delle violenze è stato Jess Phillips, ministro ombra laburista che si occupa di violenza domestica. Phillips ha anche fatto domanda affinché si riuniscano degli esperti per affrontare ancora il problema, perché “a Westminster continua a esistere un grave problema di sbilanciamento di potere. Bisogna fare di più”. Non è la prima volta nelle ultime settimane che il partito Conservatore ha che fare con scandali sessuali. La scorsa settimana Imran Ahmad Khan si era dimesso in seguito alla condanna per aver abusato sessualmente nel 2008 di un ragazzino 15enne. Khan si è sempre professato innocente e ha fatto ora ricorso in appello contro la sentenza emessa dal tribunale. Anche un altro Tory, David Warburton, a causa di un suo coinvolgimento in un caso di molestie e droga, era stato sospeso. Anche lui si è sempre detto innocente.

La rossa 42enne laburista Angela Rayner, è stata accusata ieri di ricorrere al suo corpo per distrarre Boris Johnson nel corso dei dibattiti di cui sono protagonisti in Camera dei Comuni. Tutto è iniziato perché un membro del partito, rimasto anonimo, aveva asserito che la sua avversaria politica spesso accavallava le gambe come Sharon Stone nella celebre e famosissima scena del film Basic Instict per distrarre il primo ministro inglese. “Sa che non può competere con le abilità oratorie di Boris Johnson, ma possiede altre competenze che lui invece non ha”, avrebbe detto l’avversario della Rayner.

Su Twitter Johnson ha scritto:“La rispetto come parlamentare e deploro gli attacchi misogini che ha subito oggi”. La Rayner ha ringraziato il primo ministro e tenuto a dire che ogni giorno le donne in politica si trovano costrette ad affrontare misoginia. E lei non fa differenza.

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