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Londra scopre gli oligarchi dopo anni di complicità. Abramovich è nel mirino

Sette i magnati legati a Putin sanzionati dal governo. Un colpo da 15 miliardi di sterline

Londra scopre gli oligarchi dopo anni di complicità. Abramovich è nel mirino

Londra. Il Regno Unito ha ieri annunciato un pacchetto di sanzioni diretto contro 7 oligarchi russi ritenuti vicini al presidente Putin, fra cui spicca il proprietario della squadra di calcio londinese del Chelsea, Roman Abramovich. Le sanzioni prevedono il congelamento degli asset detenuti nel Regno Unito, il divieto di fare affari con cittadini e società inglesi, il divieto di entrare nel Paese.


Secondo il comunicato rilasciato dal governo la ricchezza complessiva dei 7 oligarchi ammonta a 15 miliardi di sterline. Tutti ricoprono posizioni guida nei giganti energetici russi e in alcune delle più importanti istituzioni finanziarie di Mosca. «Non ci possono essere paradisi sicuri per quelli che hanno supportato la feroce aggressione di Putin all'Ucraina» ha commentato il primo ministro inglese Johnson. «Le sanzioni di oggi mostrano ancora una volta che gli oligarchi e i cleptocrati non hanno posto nella nostra economia e società ha rincarato la dose il ministro degli Esteri, Liz Truss Con i loro legami stretti con Putin si sono resi complici della sua aggressione». Parole orgogliose, parole roboanti, che però dimenticano che quelli stessi oligarchi, quegli stessi cleptocrati hanno goduto per anni di un ruolo centrale nell'economia e nella società inglesi.
Londra è da anni la metà prescelta dell'élite russa post-sovietica per riciclare montagne di denaro in società e asset immobiliari dai valori sempre più vertiginosi. Chatham House, uno dei più prestigiosi centri inglesi di ricerca politico-economica, ha pubblicato solo pochi mesi fa, nel dicembre 2021, lo studio Il problema inglese della cleptocrazia, il cui terzo capitolo si intitola: «La capitale mondiale del riciclaggio di denaro». Gli elementi sono sempre stati sul tavolo, è mancata finora la volontà politica di chiudere le porte a persone che solo per il fatto di essere super ricche hanno il diritto di entrare nel Paese con permessi speciali.
Il parlamentare labourista Chris Bryant ha letto in aula, la settimana scorsa, stralci di una nota del ministero degli Interni del 2019 che definiva Abramovich persona di interesse «per i suoi legami con lo stato russo e la sua associazione con attività e pratiche corrotte». La nota fa riferimento all'ammissione di aver pagato per ottenere favori politici che lo stesso Abramovich fece in un'aula di giustizia inglese durante un processo intentato nel 2012 dal suo ex compagno d'affari Boris Berezovsky. C'è voluta una guerra per modificare l'attitudine della politica e del governo inglesi, finora accusati di muoversi troppo blandamente nell'applicare sanzioni a persone vicine a Putin.


In quello che finora è stato l'intervento più deciso dello stato inglese contro oligarchi russi, il ruolo mediaticamente centrale è ricoperto da Roman Abramovich, proprietario del Chelsea dal 2003 e unico fra i 7 a non essere già stato colpito da sanzioni americane o europee. Il governo inglese ne stima la ricchezza in 9,4 miliardi di sterline, fra cui Solaris, yacht da 460 milioni di sterline, attualmente al largo della Sicilia e diretto verso est, in compagnia di altri vascelli super lusso che i proprietari cercano di sottrarre ai fermi europei.
Il blocco degli asset di Abramovich va a colpire anche il Chelsea, cui sono riservate disposizioni ad hoc nel provvedimento del governo: la squadra potrà continuare a giocare, i dipendenti ricevere gli stipendi, gli abbonati andare allo Stamford Bridge. Interdette però la vendita di nuovi biglietti e le attività commerciali della società. Anche la messa in vendita del club campione d'Europa e del mondo, annunciata da Abramovich qualche giorno fa, è ora congelata, così come le prospettive di mercato sportivo.

Ieri sera i tifosi, prima del calcio d'inizio della gara con il Norwich, hanno espresso con cori e slogan il proprio sostegno al loro patron.

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