Si muove la Gran Bretagna per porre un freno all'estremismo islamico di matrice europea.Lo fa col ministro dell'Interno, che dopo le indiscrezioni secondo cui il killer del giornalista americano Foley sarebbe inglese annuncia un nuovo pacchetto di leggi.
L'obiettivo è «prevenire» che venga effettuato il lavaggio del cervello da predicatori che in Gran Bretagna sono stati lasciati liberi di esprimersi.
Sarebbe scorretto chiamarle misure antiterrorismo. Le norme annunciate da Theresa May sono una presa d'atto del fallimento delle leggi in vigore, figlie di diversi governi dopo l'11 settembre, che hanno reso l'Inghilterra più vulnerabile di altri Paesi alla jihad «made in Europe». Un annuncio ufficiale non c'è ancora, ma il solo filtrare della notizia che il governo conservatore sta pensando di proporre una legge che possa arrivare perfino a sciogliere i gruppi considerati estremisti, con tanto di ingiunzioni del tribunale civile per fermare gli individui più radicali della galassia islamista, rappresenta il primo passo concreto di uno dei Paesi dell'Ue per affrontare l'emergenza. Finora il confronto è rimasto ai numeri, con i vari Stati impegnati a verificare quanti cittadini europei hanno raggiunto le aree di azione dell'Islam più oltranzista, dalla Siria all'Irak. Nell'ultimo periodo almeno 2mila in tutta l'Unione.
Ora si passa ai fatti, almeno in Gran Bretagna. Subito il ministro ombra dell'Interno, la laburista Yvette Cooper, ha accolto il proposito della May con favore. Occorre fare di più contro l'estremismo, ha confermato, suggerendo che leggi dello Stato più severe potrebbero essere supportate dal lavoro nei vari Comuni. Cooper ha chiesto anche maggiori dettagli sulle misure proposte, esortando a rafforzare sin da subito la legislazione europea anti-terrorismo. Di fatto un sistema da scardinare, finora rimasto troppo legato ai dettami dello Human Rights Act , introdotto dal precedente governo laburista, che ha svolto un ruolo cruciale nel limitare la portata delle misure antiterrorismo. Tra le nuove regole trapela che sarebbe vi sarebbe anche l'emissione dei cosiddetti «Aspo»: «anti social behaviours orders», provvedimenti per comportamenti anti sociali, simili ai Daspo usati nei confronti degli ultras.
Ma la questione, come sanno già le varie intelligence europee, non riguarda solo la Gran Bretagna. Le leggi intraprese dalla Francia sono già in via di rafforzamento, con, ad esempio, il divieto di lasciare il Paese per sei mesi ai soggetti sospettati di intraprendere un viaggio del terrore, prima per addestrarsi, poi per mettersi al servizio degli jihadisti: dall'Irak alla Siria. Mentre oltreoceano Barack Obama chiede al Congresso un mandato speciale per portare l'operazione militare anche in Siria.
E ci sarebbe anche un 13enne belga tra i giovani europei attratti dalla jihad in Siria.
Younes Abaaound sarebbe partito da Bruxelles a gennaio insieme con il fratello 27enne, Abdelhamid: tra i più giovani unitisi ai combattenti islamici, secondo Shiraz Maher del centro studi sulla radicalizzazione al King's College di Londra. Non è chiaro se Younes sia in prima linea nei combattimenti, ma sui social network era circolata una suo foto in cui imbraccia un fucile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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