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Lotta al terrorismo: ecco la Jihadi card per i foreign fighters

Il governo tedesco è al lavoro per confiscare passaporti e carte d'identità a chi vuole combattere al fianco dell'Isis: un certificato li terrà sotto controllo

Lotta al terrorismo: ecco la Jihadi card per i foreign fighters

Una carta d’identità sostitutiva per i (potenziali) terroristi. La proposta, ribattezzata Jihadi card, arriva dalla Germania, che vuole porre fine ai liberi spostamenti dei foreign fighters, capaci di raggiungere l’Iraq e la Siria passando attraverso il valico della Turchia.

Coloro che saranno iscritti nella black list si troveranno la carta d’identità sotto sequestro per tre anni, mentre per le mani avranno un certificato che impedirà loro di lasciare i confini tedeschi per andare a combattere al fianco delle forze del terrore. Numerosi cittadini tedeschi (ma non solo) hanno infatti sposato la causa dell’Isis, raggiungendo il fronte in Medio Oriente e ingrossando le fila dei tagliagole.

E il disegno di legge in discussione potrebbe prevedere anche la confisca del passaporto per quelle persone sospettate di essere in contatto con cellule terroristiche. Falangi dislocate che potrebbero organizzare attacchi nello stesso territorio teutonico.

Ne ha parlato all’ARD Hans-Georg Maaßen, a comando del servizio di sicurezza interna dell’Agenzia di Protezione Costituzionale dicendo che l’intelligence sta indagando su circa 200 foreign fighters rientrati in Germania, mentre oltre 500 sono coloro che hanno partecipato agli attacchi in Siria: “Queste persone hanno subito il lavaggio del cervello, hanno combattuto, hanno visto barbarie e brutalità. Qualche volta non sappiamo nemmeno se sono rientrati o meno e dobbiamo lavorare a fondo per riuscire a scovare i loro nascondigli”.

La stretta è in cantiere da mesi e la strage di Parigi potrebbe fungere da catalizzatore. A ottobre, infatti, la Reuters parlava della volontà del governo di Berlino di tagliare le gambe alle velleità degli aspiranti jihadisti.

Il Ministro dell'Interno Thomas de Maiziere dichiarò di aver trovato un accordo con i sedici stati federali della Germania per aumentare loro i poteri di confisca dei documenti personali dei sospettati.

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