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"L'Ue si schieri contro il fondamentalismo". La protesta per le iraniane a Strasburgo

Il sit-in degli eurodeputati della Lega a sostegno delle donne iraniane: "Bruxelles non può spendere milioni di euro in campagne pro-velo". L'eurodeputata svedese di Renew Europe si taglia i capelli per solidarietà

"L'Ue si schieri contro il fondamentalismo". La protesta per le iraniane a Strasburgo

"Donna, vita, libertà". Lo slogan della rivolta delle donne iraniane, scoppiata dopo la morte della 22enne curda Masha Amini, arrestata per "mal velo" e deceduta in commissariato dopo il pestaggio da parte della polizia morale di Teheran, arriva al Parlamento europeo. Durante la plenaria a Strasburgo la delegazione leghista ha protestato esponendo cartelli con il motto delle manifestazioni che vanno avanti in moltissime città iraniane.

Ad organizzare il sit-in per sostenere le donne e tutti coloro che stanno manifestando per la libertà e i diritti in Iran è stata l’europarlamentare del partito di Matteo Salvini, Isabella Tovaglieri, che fa parte della commissione Pari Opportunità dell’Eurocamera. Ieri la stessa europarlamentare era intervenuta davanti ai colleghi per chiedere a Bruxelles di "uscire dall’ambiguità".

"Quante donne ancora devono morire in Iran perché le istituzioni europee prendano posizione contro il regime fondamentalista di Teheran e contro il processo di islamizzazione dell’Europa? Se vuole essere davvero solidale con chi manifesta e muore boicottando l’hijab, Bruxelles non può spendere milioni di euro dei cittadini in campagne pro-velo e modelli sociali contro i quali le iraniane si stanno ribellando con coraggio, a rischio della vita", ha attaccato la leghista con riferimento alle ripetute polemiche sulle ragazze velate che in più di un’occasione sono apparse nella comunicazione istituzionale della Commissione Ue.

"Bruxelles – ha aggiunto - non può tradire le donne che fuggono in Occidente e che sognano di vivere libere da ogni sottomissione, come Saman Abbas. Di fronte a un fenomeno migratorio sempre più massiccio e incontrollato abbiamo il dovere di difendere con forza i nostri valori europei perché quanto accade oggi in un Paese apparentemente lontano, non sia la drammatica anticipazione del nostro futuro".

La presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, lunedì ha aperto la settimana della plenaria con un messaggio di supporto alle donne iraniane. "Questo Parlamento è orgogliosamente al fianco di chiunque chieda il cambiamento. Siamo con voi", ha detto rivolgendosi alla professoressa Azadeh Kian, presente in aula a Strasburgo.

E ieri l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, ha evocato l’introduzione di sanzioni nei confronti del governo iraniano per "affrontare l’uccisione di Masha Amini e il modo in cui le forze di sicurezza iraniane hanno risposto alle manifestazioni". "Le persone in Iran, come ovunque, hanno il diritto di manifestare pacificamente. Ed è chiaro che questo diritto non è stato assicurato", ha commentato Borrell, che ha promesso di sollevare il tema al prossimo Consiglio Affari esteri.

Borrell, assieme al presidente del Consiglio europeo Charles Michel, ha incontrato il presidente iraniano Ebrahim Raisi a New York, chiedendo conto della morte di Mahsa e insistendo sulla "moderazione" da tenere nei confronti di chi manifesta. "Purtroppo le cose sono andate diversamente", ha detto ieri Borrell, sottolineando come "molti report mostrano chiaramente che la risposta delle forze dell'ordine iraniane è stata sproporzionata ed ha avuto il risultato di decine o dozzine vittime".

Intanto, a protestare a Strasburgo è anche l'eurodeputata svedese Abir Al-Sahlani, di Renew Europe, che, come migliaia di donne stanno facendo in queste settimane, si è tagliata i capelli in segno di solidarietà con le manifestanti iraniane che rivendicano il proprio diritto di non indossare il velo.

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