A Parigi si contano i danni dopo le violenze di sabato da parte di gilet gialli e casseur infiltrati. Emmanuel Macron, tornato dal G20 a Buenos Aires, ha presieduto una riunione con il primo ministro Edouard Philippe, il ministro dell'Interno, Cristophe Castaner, e i responsabili dei servizi di sicurezza. Il presidente francese si è trincerato nel silenzio. Sa che ogni sua parola potrebbe essere foriera di una nuova escalation e quindi ha deciso di prendere tempo.
Le prime indiscrezioni dopo il vertice sull'ordine pubblico parlavano della possibile proclamazione dello stato d'emergenza. Eventualità evocata da Castaner ma esclusa da altri segmenti del governo. E infatti, fonti dell'Eliseo parlano di un "adattamento del dispositivo di mantenimento dell'ordine". Senza però parlare di stato d'emergenza. Nel frattempo, il ministro della Giustizia, Nicole Belloubet, ha annunciato che delle 372 persone fermate dalla polizia, "circa due terzi" saranno condotti davanti alla giustizia. "Ci sarà una risposta penale assolutamente ferma", questa la conclusione di Belloubet.
Macron ha chiesto a Philippe di ricevere "i capi dei partiti rappresentati in Parlamento, come pure dei rappresentanti dei manifestanti". Secondo le prime informazioni date da Afp, gli incontri cominceranno lunedì. Dei manifestanti, a essere ricevuti saranno "il collettivo dei gilet gialli che ha espresso la sua volontà di dialogo con il governo" tramite il Journal du dimanche. Anche se il governo, attraverso il portavoce Benjamin Griveaux, ha detto che non cambierà direzione.
Idea che però potrebbe far falirre da subito i negoziati.
Lo stop all'aumento delle imposte sui carburanti è "una condizione preliminare per ogni tipo di discussione" ha detto Jacline Mouraud, 51enne bretone che è considerata una sorta di leader dei gilet gialli. Mouraud ha confermato di essere stata contattata dall'ufficio del premier ma ha detto che è pronta ad andare a Matignon solo se questa condizione sarà rispettata.
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