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In Mali la banca che difende il patrimonio culturale

In un piccolo villaggio nel nord del Paese sono nate le prime “banche culturali”. Una via di mezzo tra un museo e una vera e propria banca, che difendono l’importante patrimonio culturale e sostengono gli abitanti del villaggio

In Mali la banca che difende il patrimonio culturale

In un piccolo villaggio nel nord del Mali sono nate le prime “banche culturali”. Una via di mezzo tra un museo e una vera e propria banca, che non solo ha permesso di salvaguardare l’importante patrimonio culturale, ma ha anche favorito il microcredito.

Questa storia, come spiega un articolo scritto da Anna Pozzi uscito su Mondo e Missione - la rivista del Pontificio istituto missioni estere (PIME) – inizia nel 1997, quando Aldiouma Yattara, insieme a Aissata Oduro e altri, nel villaggio di Fombori, danno la possibilità alle popolazioni rurali di custodire gli oggetti di valore culturale in un luogo protetto. “In cambio – si legge nell’articolo della rivista dei missionari - veniva offerta loro la possibilità di ricevere un microcredito e una formazione in gestione”. Una pratica che permette agli abitanti dei villaggi di rimanere proprietari dei loro oggetti pur essendo concretamente sostenuti.

Questa “banca” fatta dal popolo per il popolo ha incoraggiato gli abitanti dei villaggi a identificare i loro beni artigianali, culturali e archeologici e "ha evitato che venissero svenduti a turisti o mercanti d’arte di passaggio”. Ma non solo: questa iniziativa, infatti, ha anche preservato l’importante patrimonio dagli attacchi jihadisti iniziati nel 2012 nel nord del Paese. “Dopo il successo di Fombori – scrive Anna Pozzi - altri villaggi nel Nord del Mali hanno riproposto questa esperienza, preservando così il loro patrimonio e quello ereditato dai loro antenati”.

Nell’ultimo periodo queste “banche culturali”, nate in questo piccolo villaggio sperduto del Mali, si stanno diffondendo in tutta l’Africa Occidentale e il 9 dicembre scorso, a Parigi, Aldiouma Yattara ha ricevuto il prestigioso premio “Cultura della pace” dalla Fondazione Chirac. Questa iniziativa, che ci arriva da uno dei tanti posti dimenticati del mondo, è un buon esempio per ricordarci dell'importanza della nostra storia e della nostra cultura.

Un patrimonio che bisogna custodire e tramandare alle future generazioni.

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