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Il Mali chiede aiuto alla Russia, Putin invia armi

Sostenendo il legittimo governo del Mali, il Cremlino si ritaglia una nuova posizione nello scacchiere africano: la ristrutturazione dell'economia russa voluta da Putin.

Il Mali chiede aiuto alla Russia, Putin invia armi

Il governo del Mali ha ufficialmente richiesto assistenza tecnica e militare alla Russia per la lotta contro i militanti islamici nel nord del paese. Il Cremlino avrebbe già autorizzato la fornitura per la controparte africana. Gli interessi russi alla causa del Mali sono evidenti sia dal punto di vista economico che strategico-tattico e si collocano nella nuova strategia di espansione nel continente africano. Mosca, ad esempio, ha investito miliardi di dollari nel Ghana, nella Costa d'Avorio e nella Guinea. La società russa RT Global Resources si è aggiudicata un appalto di tre miliardi di dollari per la costruzione di una raffineria di petrolio in Uganda. Il Programma Condor è attivo in Sud Africa, mentre forniture militari sono in corso in Egitto ed in Libia. Il Sahel è uno dei principali centri della minaccia terroristica, con almeno 50 gruppi estremisti identificati. Una destabilizzazione del Mali potrebbe mettere in pericolo la sicurezza dei paesi vicini ed i progetti delle imprese russe. Sostenendo il legittimo governo del Mali, la Russia si ritaglia una nuova posizione nello scacchiere africano. Secondo Izvestia, le autorità del Mali hanno chiesto veicoli blindati da combattimento di diversa tipologia così armi ed equipaggiamento per la fanteria. L’accordo sarebbe già stato trovato. Da rilevare che si tratta di una fornitura non più in servizio o di generazione precedente che proviene direttamente dall’inventario del Ministero della Difesa russo: per lo più BTR-70 e BRDM della prima generazione. La situazione nel Mali rimane instabile fin dalla guerra civile nella vicina Libia. Nonostante l’intervento delle Nazioni Unite e della Francia, il nord è stato conquistato dai militanti islamici. Rilevano da Izvestia: “È interessante notare che quest'anno, gli abitanti del Mali hanno raccolto 2 milioni di firme per chiedere alla Russia e personalmente al presidente Vladimir Putin di intervenire. L’appello è stato parzialmente ascoltato”. La richiesta di assistenza da parte del governo di Bamako è comprensibile, dal momento che la cooperazione militare tra i due paesi ha una lunga tradizione che risale agli anni ’60. Ancora oggi, l’esercito maliano utilizza in prevalenza asset di origine sovietica. Nel 2011, la Russia ha fornito armi per un valore di trenta milioni di dollari. Per una decina di milioni di dollari, questo il reale valore della nuova fornitura, Mosca otterrebbe degli innegabili vantaggi nel Mali.

La Russia e l’Africa

Per molti paesi africani dove era forte l’influenza culturale sovietica, la Russia appare ancora come il miglior alleato nel difendere i propri interessi sulla scena internazionale, una sorta di contrappeso naturale per le aspirazioni egemoniche delle potenze mondiali. L'Africa rappresenta un partner importante e promettente per il business russo, ma è un mercato altamente competitivo, con numerosi giocatori stranieri attivi come Cina, India, Europa e Stati Uniti. Le operazioni in Siria hanno però nettamente aumentato il prestigio della Federazione Russa in Africa. Durante l'era sovietica, l'Africa era una priorità politica, militare ed economica per Mosca. Le principali rivoluzioni socialiste sono state supportate con le risorse dell’Unione Sovietica, mentre diversi leader africani sono stati istruiti a Mosca. Si stima che oltre 50.000 africani hanno studiato nelle università sovietiche ed istituti militari mentre sarebbero circa 200.000 coloro che hanno ricevuto una formazione sovietica in Africa. Nel 1990, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, la Russia si è in gran parte orientata versi gli Stati occidentali. La Federazione Russa non possiede il potenziale economico paragonabile all'URSS per promuovere la sua influenza in Africa, ma ha nuovamente mostrato interesse in molti campi che vanno dalle consultazioni politiche e la cooperazione economica attraverso le imprese alla cultura con i paesi africani. La nuova espansione andrebbe inquadrata nella ristrutturazione dell'economia russa, voluta da Putin, volta alla ricerca dei mercati alternativi.

L’isolamento della Russia ha portato alla ricerca di nuovi partner economici non solo in Oriente, ma anche a sud, proprio nel continente africano.

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