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Mali, liberati Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio

Padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio erano detenuti da militanti legati ad al-Qaeda. Insieme a loro liberati anche l'ex ministro maliano Soumaila Cisse e la cooperante francese Sophie Petronin

Mali, liberati Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio

Il governo del Mali ha reso noto che i due cittadini italiani, padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio, detenuti da militanti legati ad al-Qaeda, sono stati liberati e si trovano ora a bordo del volo partito dalla città settentrionale di Tessalit e diretto a Bamako, insieme all'ex ministro maliano Soumaila Cisse e alla cooperante francese Sophie Petronin.

La liberazione dei due ostaggi

Le autorità maliane non hanno fornito informazioni sullo stato di salute degli ostaggi liberati nè sulle dinamiche della liberazione. Una fonte anonima ha riferito alla France Presse che la liberazione degli ostaggi sarebbe stata una contropartita per il "rilascio di terroristi" e che la trattativa con i jihadisti "non è stata semplice".

Il rilascio degli ostaggi è seguito alla liberazione da parte delle autorità maliane di 180 prigionieri jihadisti nel fine settimana, il che aveva alimentato la speculazione sull'imminenza di uno scambio di prigionieri per liberare Soumaila Cissé, importante politico dell'opposizione detenuto dagli estremisti islamici da 6 mesi. Circa 70 uomini sono stati rilasciati sabato e altri 110 domenica. I

gruppi estremisti nel Sahel hanno a lungo finanziato le loro organizzazioni attraverso rapimenti. Si ritiene che il gruppo legato ad al-Qaida noto come Jnim e i suoi associati detengano anche il medico australiano Ken Elliott, la suora colombiana Gloria Cecilia Narvaez Argoti, il cittadino sudafricano Christo Bothma, la svizzera Beatrice Stockly e il romeno Julian Ghergut.

Le parole di Conte e Di Maio

La Farnesina ha confermato con una nota la liberazione di Maccalli e Chiacchio: "La liberazione è stata resa possibile grazie al prezioso lavoro del personale dell'Aise e di tutti i competenti apparati dello Stato, unitamente alla importante collaborazione delle autorità maliane". Il buon esito dell'operazione, si legge ancora nel comunicato, ha evidenziato "l'eccellente opera investigativa dell'Autorità giudiziaria italiana" e "il prezioso lavoro svolto dalle donne e degli uomini del ministero degli Affari Esteri e dell'intera Unità di Crisi della Farnesina".

Soddisfatto il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, che su Twitter ha espresso tutta la sua gioia: "Una bella notizia: padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono finalmente liberi e stanno bene. Erano stati rapiti da un gruppo jihadista. Grazie alla nostra intelligence, in particolare all'Aise, e a tutti coloro che hanno lavorato per riportarli a casa".

"Padre Pierluigi Maccalli e Nicola Chiacchio, rapiti in Africa tra il 2018 e il 2019, sono liberi e stanno rientrando in Italia! Grazie al nostro comparto di intelligence, in particolare all'Aise, e alla Farnesina per questo risultato", ha invece scritto Giuseppe Conte sui suoi canali social. Entusiasta anche il commento del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini: "Bellissima notizia la liberazione di Padre Maccalli e Nicola Chiacchio rapiti in Niger nel 2018. Un abbraccio a loro e grazie a chi ha lavorato con grande professionalità per renderla possibile".

Chi erano gli ostaggi

Maccalli, sacerdote della Società delle missioni africane e originario della diocesi di Crema, era stato sequestrato in Niger nel settembre 2018, precisamente nella zona di Bomoanga, a quasi 150 chilometri dalla capitale Niamey. Chiacchio era invece stato rapito alcuni anni fa, forse in Mali, mentre viaggiava come turista.

Lo scorso aprile un filmato inviato al quotidiano Avvenire aveva mostrato che sia il sacerdote che Chiacchio erano ancora vivi. Adesso, dopo mesi e mesi di apprensione, i due sono stati liberati. "Padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono vivi", scriveva il quotidiano dei vescovi il 6 aprile scorso, citando un filmato di 24 secondi che forse girato nel nord del Mali pochi giorni prima.

"Mi chiamo Pier Luigi Maccalli, di nazionalità italiana, oggi è il 24 marzo", si sentiva dire nel breve audio. Poi: "Mi chiamo Nicola Chiacchio". Avvenirè spiegava di avere chiesto un fermo-immagine del video come ulteriore prova di vita dei due uomini: i due ostaggi nel filmato erano seduti uno di fianco all'altro.

Maccalli si trovava a sinistra con gli occhiali scuri, la sua abituale barba bianca e folta, e un vestito tradizionale. Chiacchio era anche lui vestito tradizionalmente e con la barba lunga. Entrambi apparivano dimagriti. Il gruppo jihadista, che aveva contattato indirettamente il quotidiano, non si era identificato.

Per quanto riguarda gli altri ostaggi, la cooperante francese Petronin era stata rapita il Natale 2016 nella città di Gao. Cissè, ministro delle Finanze dal 1993 al 2000, era stato invece rapito il 26 maggio scorso.

Voci sull'imminente liberazione di Petronin e Cissè erano state diffuse dai media nei giorni scorsi.

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