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Raccoglie le vongole in spiaggia e le mangia: paralizzata

Una donna neozelandese è rimasta paralizzata dopo aver mangiato delle vongole raccolte da lei stessa in spiaggia. Aveva ingerito il veleno paralizzante dei bivalvi ma i medici sono riusciti a salvarla

Raccoglie le vongole in spiaggia e le mangia: paralizzata

Una donna neozelandese ha raccontato di essere rimasta completamente paralizzata poche ore dopo aver mangiato delle vongole raccolte in spiaggia. Kim Taia, questo il nome della poveretta, è stata salvata dai medici della struttura ospedaliera in cui si era recata, dopo 12 ore di paralisi.

Cosa è successo

Secondo quanto emerso, la donna aveva ingerito, senza esserne a conoscenza, il veleno paralizzante dei bivalvi, ovvero una potente tossina marina idrosolubile che è presente in natura e sintetizzata da alghe microscopiche. Conosciuta meglio come saxitossina, può contaminare sia le vongole che le cozze, le ostriche, i molluschi. La saxitossina è tra i responsabili della sindrome da molluschi bivalvi, o PSP, acronimo di Paralityc Shellfish Poisoning, che causa sintomi che possono variare da lievi formicolii ed intorpidimento delle labbra fino a una paralisi respiratoria a tutti gli effetti, con esito anche letale e la morte sopraggiunge dopo 3-12 ore per paralisi respiratoria. In generale, quando il paziente intossicato supera le 12 ore dall'assunzione della sostanza, la prognosi solitamente è buona.

Il veleno paralizzante dei bivalvi agisce andando a inibire la trasmissione nervosa: la tossina blocca i canali del sodio, senza intaccare però la permeabilità al potassio. Non esiste un antiveleno contro l'intossicazione da saxitossina: la terapia è sintomatica e prevede una lavanda gastrica da eseguirsi entro il minor intervallo di tempo possibile dall'assunzione della sostanza tossica; viene anche consigliata la somministrazione di sostanze alcaline per inattivare la saxitossina. Nel caso in cui ci siano dei deficit respiratori, è consigliata una respirazione artificiale.

"Pensavo che sarei morta"

Come riportato dal Dailymail, il calvario della donna ha avuto inizio sulla spiaggia di Little Waihi Beach in Nuova Zelanda dove ha raccolto alcune vongole. Il giorno dopo averle mangiate, Kim si è svegliata intorpidita: “La mia testa ha iniziato a intorpidirsi e mi sentivo stordita. Non riuscivo a parlare chiaramente, mi chiedevo cosa c'era che non andava, avevo le vertigini, ma poi ho iniziato a perdere la sensibilità alle mani e alle braccia”. Dato che la situazione stava peggiorando a vista d’occhio, la poveretta non riusciva più neppure a parlare, il figlio ha deciso di chiamare subito un'ambulanza. La donna si sentiva come sotto anestesia: “Mi sentivo sempre più debole, il mio respiro stava rallentando e pensavo che sarei morta. Non riuscivo a respirare” . Fortunatamente il personale sanitario dell’ospedale è riuscito a salvarla.

Kim ha quindi deciso di rendere noto quanto le era accaduto per cercare di allertare le persone a non mangiare vongole o molluschi che non siano stati precedentemente controllati.

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