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Mangiano funghi velenosi "per fame", muoiono 2 bimbi afghani

Le autorità polacche respingono l'accusa dei genitori dei piccoli, parlando esplicitamente di "bugie"

Mangiano funghi velenosi "per fame", muoiono 2 bimbi afghani

Due bambini afghani di 5 e 6 anni sono morti per aver ingerito dei funghi velenosi, mangiati "per fame", almeno stando a quanto denunciato dai familiari delle vittime.

A finire nella bufera sono ora le autorità della Polonia, paese in cui la famiglia dei piccoli aveva trovato rifugio dopo la fuga dall'Afghanistan, accusate di aver risparmiato sui pasti conferiti ai profughi. Il nucleo familiare, composto complessivamente da 12 individui, era scappato da Kabul dopo la presa di potere dei talebani, raggiungendo, in data 23 agosto, il centro di accoglienza sito a Podkowa Leśna-Dębak (nelle vicinanze di Varsavia).

Stando a quanto dichiarato dai genitori dei bambini, e riportato da "Il Corriere", alcuni membri della famiglia si sarebbero diretti in un bosco alla ricerca di funghi per preparare una zuppa. Dunque una situazione che sarebbe stata dettata dalla fame. Una tesi, tuttavia, che viene respinta dalla stampa locale, in particolar modo dalla Gazeta Wyborcza, secondo cui numerosi volontari del posto si occupano proprio di rifornire quotidianamente di cibo il centro di accoglienza. "Non è vero che manchi cibo per i rifugiati nei centri di accoglienza. Ci sono tre pasti al giorno, rispettando le norme culturali e religiose", ha replicato Jakub Dudziak, portavoce dell’Ufficio per gli Stranieri, definendo "bugie" i racconti dei familiari delle vittime.

La vicenda

Due giorni dopo aver mangiato la zuppa, ovvero in data 26 agosto, tutti i membri del nucleo familiare avrebbero mostrato dei chiari sintomi di intossicazione: il tipo di fungo raccolto nel bosco, l'amanita falloide, è infatti particolarmente tossico e talvolta letale. I figli più piccoli, Ali e Mustafa, rispettivamente di 5 e 6 anni, sono stati condotti d'urgenza presso il Centro della salute per bambini di Varsavia a causa di gravi problemi di natura epatica. Il giorno seguente anche la sorella di questi ultimi, una 17enne, è stata ricoverata con gli stessi sintomi. Tuttavia, mentre l'adolescente si è ripresa lentamente, per i due piccoli la situazione si è fatta da subito seria: Ali è infatti deceduto lo scorso giovedì, Mustafa, nonostante un trapianto di fegato, il giorno seguente.

Cosa può essere accaduto

Ma perché la famiglia sarebbe andata a cercare dei funghi? La spiegazione potrebbe essere più complessa, e legata alla natura stessa del centro di accoglienza di Dębak, non destinato ai soli afghani: la dieta studiata per gli ospiti, basata sulla cucina polacca/europea, non è gradita a tutti i profughi. A ciò si aggiunga il fatto che la famiglia dei piccoli, ristretta in quarantena, non avrebbe potuto allontanarsi neppure per fare eventualmente una spesa. A creare ulteriori pericoli per i nuovi arrivati anche le specie di funghi presenti in Polonia (circa 1300, 200 delle quali velenose), decisamente più numerose che in Afghanistan: l'amanita falloide, peraltro, è facilmente confondibile con altre specie di funghi perfettamente edibili.

La polemica sugli scarsi fondi concessi ai profughi (9 zloty al giorno, ovvero 2 euro circa) sembrerebbe decadere dal raffronto con quanto stanziato per i carcerati (5 zloty, quasi il doppio). Ecco perché il ministro dell'Interno polacco, nonostante l'apertura di un'indagine, parla di "una tragedia" non ascrivibile al centro di accoglienza.

A seguito dell'incidente è arrivato l'obbligo per i centri di informare tutti gli ospiti sulla pericolosità di procacciare del cibo al di fuori delle strutture.

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