La Spagna del socialista Pedro Sanchez come modello di accoglienza e di apertura per i migranti? Per gli osservatori più superficiali potrebbe anche sembrare così, ma la realtà è molto diversa.
Il Consiglio d'Europa ha criticato il governo di Madrid per le espulsioni immediate alle frontiere di Ceuta e Melilla, enclaves spagnole in terra d'Africa che sono spesso prese d'assalto dagli immigrati e che per questo sono cinte da un alto muro in filo spinato che le separa dal Marocco. L'organismo che riunisce 47 Stati dell'area euroasiatica chiede inoltre che le autorità iberiche provvedano a migliorare le condizioni dei centri di accoglienza costruiti nelle vicinanze delle due città.
"È necessario che le autorità iberiche garantiscano che i Centri per il soggiorno temporaneo di migranti abbiano gli stessi standard in quanto a condizioni di vita, educazione, assistenza sanitaria, lingua e corsi di formazione che hanno i richiedenti asilo nella Spagna peninsulare", scrive in un rappresentante speciale del segretario generale del Consiglio d'Europa, per Migrazione e Rifugiati, Tomas Bocek.
Fra i problemi evidenziati c'è il sovraffollamento delle strutture e i lunghissimi tempi di attesa a cui gli irregolari sono costretti prima di poter essere trasferiti in Europa. Infine i minori non accompagnati che vivono allo sbando per le strade di Ceuta e di Melilla, evidenzia il Consiglio d'Europa, corrono il rischio di venire esposti ad abusi sessuali, violenze e di finire vittime della tratta di esseri umani.
Si tratta di accuse a cui ora la Spagna,
che dal 1977 aderisce al Consiglio d'Europa, dovrà rispondere. Fa però riflettere il fatto che sia proprio il governo di Pedro Sanchez, che aveva a suo tempo criticato l'Italia per le politiche migratorie giudicate troppo dure, a sentirsi rivolgere quel rimprovero che aveva a propria volta rivolto a Roma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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