Ricordate l’ultimo intervento a gamba tesa dell’Onu in Italia? Erano solo alcune settimane fa quando l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet, annunciava di voler inviare "ispettori" nel Belpaese per "valutare il riferito forte incremento di atti di violenza e di razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e rom". Dal Consiglio di Ginevra alla 73esima assemblea generale la musica delle Nazioni Unite non cambia. Anche se l’Italia non viene citata direttamente, è sempre sui migranti e sulle frontiere aperte o chiuse che si concentra il discorso del segretario generale Antonio Guterres.
Nel suo intervento che apre i dibattiti dell’Assemblea (il primo Paese a parlare sarà il Brasile, come da tradizione, poi tutti gli altri), Guterres si è scagliato contro "l’assedio" del populismo ai "principi democratici". Valori che, ha affermato il segretario generale, "si stanno erodendo" sotto la pressione dei leader forti. "I principi democratici sono sotto assedio", ha detto. "L’impunità è in aumento, con leader e Stati che oltrepassano i limiti in Patria e in campo internazionale".
Ma a attirare l’attenzione dei media sono soprattutto le parole riservate alle migrazioni, tema che sta dividendo l’Europa e coinvolge decine di Paesi nel mondo. Sia quelli di partenza che quelli di arrivo. Sulla scia della Bachelet, anche Guterres sposa la linea buonista dei confini e dei porti aperti a tutti e tutto. "Chi considera i vicini un pericolo – ha detto il Segretario Generale - può rappresentare una minaccia anche quando questa non c'è. Chi chiude i confini per controllare l'immigrazione, finisce per alimentare il lavoro dei trafficanti. Dobbiamo andare avanti sulla base dei fatti, non delle paure".
A dire il vero, come dimostrano i numeri degli sbarchi di questi ultimi mesi in Italia, la chiusura dei porti ha prodotto un radicale calo degli arrivi di immigrati. Certo, a influire sono anche gli accordi di Minniti con la Libia, le motovedette regalate alla Guardia costiera di Tripoli e la stabilità nel Paese africano. Ma non è solo la chiusura “fisica” di un porto la questione, la regolamentazione delle migrazioni si traduce in diverse azioni. Tutte però finalizzate al contenimento del flusso di immigrati. Resta da capire a chi si riferisce Guterres quando afferma che "migranti e rifugiati continuano ad affrontare la discriminazione e demagogia in un contesto in cui, chiaramente, la cooperazione internazionale è insufficiente”.
Parla agli Stati africani? Parla all’Europa? “Dobbiamo affidarci alla ragione – ha concluso - non alle illusioni. Nonostante il caos e la confusione nel nostro mondo, vedo venti di speranza soffiare attorno a noi". Sarà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.